Nella variante del circuito Santa Monica di Misano, dove si va a pieno gas, il pilota giapponese Shoya Tomizawa, è rimasto coinvolto in un grave incidente ed è morto per le lesioni riportate, subito dopo, all’ospedale di Riccione.E’ è uscito fuori dalla pista, perdendo il controllo della moto, sbalzato via, dapprima battendo violentemente sull’asfalto della pista, poi colpito in pieno da Alex De Angelis che seguiva a gran velocità ed infine travolto dall’inglese Redding (vedi video su: http://www.ilgiornale.it/sport/gp_tragedia_sa_marino_morto_pilota_tomizawa_travolto_due_moto/motociclismo-tomizawa-sport-morto-ventanni-san_marino/05-09-2010/articolo-id=471423-page=0-comments=1). Tomizawa, classe 1990, ha iniziato a correre nelle minimoto a soli tre anni e ha continuato fino al 1996 in modo amatoriale. Dal 1997 arrivano le prime affermazioni. Shoya vince da quell’anno 4 campionati nazionali e dal 2005 inizia la sua carriera con le moto da gran premio nei trofei organizzati dalla Honda in Giappone. Dal 2009 è nel campionato del mondo, e giunge in 17/a posizione nella 250. Con l’avvento della nuova classe di mezzo, la Moto2, Tomizawa si schiera da quest’anno con il Team Cip Technomag, con il quale vince la prima gara nel Gp del Qatar a Doha. Buona anche la seconda gara a Jerez de la Frontera in Spagna, dove il giapponese conquistava il secondo posto. Molte le polemiche per la morte del giapponese. Niente bandiera rossa e niente sospensione, mentre Tomizawa veniva portato lontano dalla pista. Nella concitazione, un addetto è inciampato nella ghiaia della via di fuga e per un istante ha perso la presa della barella. In ambulanza, i medici hanno provato a rianimare il pilota, in condizioni critiche per i traumi al cranio, al torace e alla regione addominale. Dal centro medico del circuito, verso le 13.40, l’ambulanza è ripartita verso l’ospedale di Riccione. Lì, alle 14.19, è stato dichiarato il decesso del giovanissimo centauro. Claudio Macchiagodena, responsabile medico del circuito, non ha mostrato dubbi. “La bandiera rossa non avrebbe dato nessun vantaggio, dal punto di vista medico non sarebbe cambiato nulla. Anzi, avrebbe provocato un ritardo”, ha detto. “La rianimazione è cominciata in ambulanza, dal punto di vista medico non c’è stato alcun ritardo. La bandiera rossa, ripeto, avrebbe comportato un rallentamento”. Il paddock deve fare i conti con un’altra tragedia a soli 7 giorni dalla scomparsa di Peter Lenz, il 13enne che domenica scorsa a Indianapolis ha perso la vita in una gara di contorno. La morte di Tomizawa riporta alla mente degli appassionati l’ultimo incidente mortale avvenuto in una gara del Motomondiale. Nel 2003 moriva un altro pilota giapponese, Daijiro Kato. A Misano, invece, la data del 5 settembre è sempre più sinonimo di dramma. Nel 1993, lo statunitense Wayne Rainey è caduto rimanendo paralizzato agli arti inferiori. La morte di Tomizawa arriva dopo appena una settimana dal tragico incidente di Peter Lenz, il ragazzo di 13 anni morto a Indianapolis in una gara di contorno della Motogp. Inoltre, per gli scaramantici, v ricordato che il 5 settembre è una data nera per il circuito di Misano. Nello stesso giorno nel 1993 un incidente paralizzò Wayne Rainey, il campione americano della classe 500.
Carlo Di Stanislao
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