“Gigi, fammi da body guard”. Antonio Cassano entra così nel suo inconsueto match azzurro: affrontare i media. Il ‘tutor’ Riva al suo fianco nell’aula magna di Coverciano. “Mia moglie Carolina mi ha cambiato la vita, prima combinavo disastri inenarrabili – dice proprio così il numero 10 della nuova Italia – L’altalena in Nazionale è soprattutto colpa mia. Pensavo di essere il giocatore più forte del mondo, ma a vincere da solo era Maradona e nessun altro”. L’Italia ci ha messo sette anni prima di far di Cassano il suo giocatore simbolo. Neanche quest’altra convocazione azzurra, la prima assoluta in conferenza stampa, è stata agevole per i team manager Riva, per il dg Valentini, per il responsabile del club Italia Albertini. Il tridente della persuasione è stato completato da Prandelli. “Almeno in questo mi hai superato”, scherzava Riva, cui da giocatore azzurro riuscì il record di non presentarsi mai di fronte ai giornalisti. Il suo epigono ha ricambiato rivelando l’ultima piccola ‘cassanata’: “Ho sfilato dalla tasca di Gigi il cellulare, volevo mandare lo stesso sms a ogni indirizzo in rubrica, così poi lo richiamavano tutti. Ma ho restituito il telefono prima”. E’ un Cassano diverso. Così si racconta, dicendo tanto e lasciando capire altro. LIPPI E PRANDELLI. “Cosa ho pensato al Mondiale? Lasciamo perdere il passato – il dribbling – L’orgoglio ce l’ho, ma volete che torni quello di 5 anni fa? Penso al presente. E dico che Prandelli è stato fantastico. Alla Roma ho fatto la testa matta, gli ho reso la vita difficile, ho sbagliato io e poi è andato via per motivi familiari. Mi ha ritrovato qui ed era felice di vedermi cambiato. Mi ha fatto sentire importante anche sul piano umano. E’ un allenatore di prim’ordine, vedrete che grande Italia farà. Un grazie lo devo anche a Del Neri, un vero uomo: alla Samp mi voleva seconda punta, io continuavo a non farlo e allora mi ha messo fuori. Mi sono arrabbiato ma quando sono tornato l’ho fatto, ho segnato dei gol e mi ha reso devastante” COLPE AZZURRE. “In sette anni sono entrato ed uscito dalla Nazionale, è soprattutto colpa mia. Ne ho fatti di danni – ammette – Sono l’uomo dell’Europeo, ora vorrei arrivare fino al Mondiale: a 32 anni non ce la farò più. Se esagero di nuovo non buttatemi la croce addosso, da 4 anni non faccio cacate…” SOLO MARADONA. “Sono cambiato come carattere, non come calciatore – spiega Cassano – Prima pensavo di essere il più forte di tutti, giocavo per le cavolate, il tacco o il tunnel. Ma un giocatore vinceva da solo, Diego, e poi basta. L’ho capito, ho cominciato a pensare con la testa degli altri, ora gioco con altri dieci compagni. Le caratteristiche restano quelle e mi sento più forte di allora. Sto dove mi mette l’allenatore, basta non sia il terzino o il mediano. Non vi aspettate ogni volta il colpo ad effetto, io metterei la firma per un gol e un assist di tacco in ‘tre minuti di follia dopo una partita senza acchiapparla mai’, come avete detto tutti di Tallinn… Magari mi riuscisse in una finale europea o mondiale”. I DISASTRI. “Nella mia carriera ho fatto disastri inenarrabili. Ma non sono un terrorista e non è vero che spacco gli spogliatoi. In Nazionale non ho mai mancato di rispetto a nessuno, compagni o giornalisti, verso i quali ho una diffidenza istintiva. Ma sono maturato, Carolina mi ha cambiato la vita, la ringrazierò per l’eternità – dice, trattenendo l’emozione – Grazie anche a Genova, stavo per andare alla Fiorentina ma Garrone mi ha convinto. Tornassi indietro cancellerei gli anni di Capello, Roma o Real. A un figlio se farà il calciatore dirò: ‘Lascia stare il papa’ fino ai 25 anni…” TOTTI E IL 10: “Non capisco il problema del numero, a me non frega nulla – dice, forse dissimulando l’orgoglio – Il 10 me l’ha dato De Rossi, vero leader di questa Nazionale. Datemi il 99, o il 22, vuol dire il matto… Ho un sogno, e non dite che faccio pressione a Prandelli: tornare a giocare con Totti, quanto mi sono divertito con lui. Mi basta anche un match di beneficenza. Eravamo amici ai tempi della Roma, poi le strade si sono divise, colpa mia e anche sua. Tornasse ora? Gli darei subito il 10 e correrei anche per lui, tanto poi mi manda in gol…” BALOTELLI. “Non posso fargli da chioccia, con la testa che ho. Ma lasciatelo in pace, lui e i suoi errori, che a 20 anni li fanno tutti: sennò per i prossimi 15 anni vive le pene dell’inferno. Teniamoci stretto il suo talento, campioni in erba non ne vedo: ai bambini puoi anche dire ‘divertitevi’ ma se manca la qualità c’é poco da fare. Anche Bolt vuole fare il calciatore, ma quando ha corso i 100 il campo è finito…”. LA SAMP: “Rimarrei a vita, cosa devo dire di più, pagare per restare? La Champions è stata amarissima. Lo scudetto? Voto Milan, ha preso fenomeni, ma attenti a parlare di Juve terza”. LEADER AZZURRO. “Il passato, lo ripeto, è alle spalle – conclude Cassano – Voglio riprendermi il tempo perso in Nazionale. Io leader? Qui ci sono giocatori con 60 presenze. E non dite che da ‘normale’ sono meno estroso, oppure non vi va bene mai niente. Accetto anche 3 in pagella se gioco da schifo, le intrusioni nella vita privata no. Come leggere che lunedì ero rimasto al sole di Genova e non per infortunio. Io sono sincero, dico sempre tutto quel che penso. O quasi tutto…”.
Francesco Grant
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