L’Ossezia del Nord, la tormentata regione russa ormai da decenni al centro dei contrasti religiosi e politici tra la Russia, le repubbliche caucasiche e la Cecenia, torna nello sgomento. Ieri, proprio nel giorno dell’Uraza Bairam che chiude il Ramadan, un kamikaze a bordo di un’autobomba si è scagliato contro la folla vicino a un mercato di Vladikavkaz, uccidendo almeno 16 persone (tra cui un bambino di 18 mesi) e ferendone altre 114, alcune delle quali in condizioni gravi. Un attentato sanguinoso e tremendo, tanto che si pensa che la vettura esplosiva fosse stata imbottita di 40 chilogrammi di tritolo e che avrebbe potuto avere un bilancio ancora più tremendo se un secondo ordigno difettoso, ritrovato sempre nei pressi del mercato cittadino, fosse stato fatto deflagrare. Subito, il presidente russo Dmitri Medvedev ha garantito la cattura delle “canaglie” responsabili dell’attentato suicida, affermando:”Noi, senza meno, faremo di tutto per prendere questi mostri, queste canaglie che hanno compiuto un atto terroristico nei confronti di gente comune, per giunta un atto barbaro. Faremo tutti per trovarli e punirli”. L’esplosione in Ossezia del nord, area a maggioranza cristiano ortodossa, arriva in un momento in cui la Cecenia, l’Inguscezia e il Daghestan, vicine regioni a maggioranza musulmana, sono teatro di continue violenze legate a ribelli islamici. La regione, dove 331 persone sono morte nell’assedio alla scuola di Beslan del 2004, ha vissuto relativamente pochi spargimenti di sangue negli ultimi anni, mentre i militanti islamici radicali stanno aumentando la loro influenza in Cecenia, Inguscezia e Daghestan. Almeno 50 persone rimasero vittime di un attentato contro lo stesso mercato nel 1999, l’anno in cui il Cremlino intraprese la sua seconda guerra per deporre i separatisti dalla guida della Cecenia. Dell’attentato ha parlato anche il primo ministro Vladimir Putin, che ha detto: “I crimini come quello che è stato commesso oggi nel Caucaso settentrionale hanno lo scopo di fomentare l’odio tra i nostri cittadini. Non possiamo permetterlo e ci attendiamo realmente che la popolazione musulmana della Russia dia un contributo positivo in questa battaglia: so come i musulmani trattano questi estremisti. Noi sentiamo il loro sostegno, specialmente nella regione del Caucaso del Nord e ne siamo grati”
Carlo Di Stanislao
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