I turchi sono andati alle urne in occasione del 30esimo anniversario del golpe militare del 1980, mentre Erdogan ha pubblicamente appoggiato le modifiche della carta, scritta durante il regime militare, ricordando la repressione brutale che ha seguito l’ascesa al potere dei generali. L’approvazione della riforma costituzionale in Turchia e’ “avvicina il Paese all’Europa”, ha detto oggi il ministro Frattini, commentando i risultati del referendum sulla riforma costituzionale , che ha visto il partito del primo ministro Tayyip Erdogan, prevalere sull’area consevatrice . E’ un “principio rassicurante – ha spiegato il titolare della Farnesina – il fatto che questo referendum stabilisca come nell’evoluzione della Turchia democratica non ci sara’ spazio per altri poteri se non per quello del popolo che elegge i propri rappresentanti e su questo venga emendata la Costituzione”. Erdogan esce dunque dalla consultazione referendaria estremamente rafforzato, soprattutto in vista delle elezioni politiche del luglio 2011, alle quali faranno seguito l’anno successivo le prime elezioni presidenziali dirette nella storia turca. “La Turchia ha posto rimedio al vergognoso golpe”, ha detto l’editoriale del quotidiano filo-governativo Sabah. Va detto che il primo ministro Tayyip Erdogan ha alimentato le peggiori paure dei partiti laici dicendo, nel corso del discorso sull’esito del referendum, che il partito Ak inizierà a lavorare a una nuova costituzione. I valori del partito del primo ministro hanno una caratterizzazione islamica. L’alto comitato elettorale dovrebbe annunciare i risultati ufficiali oggi, anche se i canali televisivi hanno indicato una vittoria netta del “sì” nelle consultazioni di ieri: il 58% delle persone contro il 42% di contrari, con una percentuale di votanti che ha raggiunto il 77% dei 50 milioni di aventi diritto. Ventuno milioni di turchi hanno quindi approvato un pacchetto di 26 quesiti che riformano la Costituzione, in particolare la giustizia e la possibilità per i militari di essere processati, ma anche alcune riforme relative ai diritti dei lavoratori. Le modifiche costituzionali riguardano anche la composizione di organi di fondamentale importanza come il Consiglio superiore della magistratura (HSYK) e la Corte costituzionale. Benché sia importante sottolineare come tra le modifiche approvate ci siano misure tese a implementare la parità di genere e la protezione dei bambini, gli emendamenti di cui è importante un’analisi più approfondita sono quelli relativi alla giustizia e all’ambito militare. Questi sono stati, negli ultimi mesi, oggetto di un contenzioso tra l’AKP e l’opposizione del CHP (Partito repubblicano del popolo) di Kemal Kilicdaroglu, un ex agente civile soprannominato “il Gandhi della Turchia” (il soprannome deriva dalla somiglianza fisica e, secondo i suoi sostenitori, morale, con il Mahatma.Ciò lo distingue, tra l’altro, dal suo predecessore nel partito Deniz Baykal e il fatto che a capo del CHP vi sia adesso un uomo ritenuto più umile e vicino al popolo, rappresenta un punto di discontinuità all’interno del maggior partito di opposizione). Secondo la posizione del CHP, infatti, la riforma porrebbe sotto il controllo dell’esecutivo il potere giudiziario e quello militare, fondamentali garanti della laicità dello stato turco, al fine di rafforzare il partito al governo. La proposta di modifica approvata, ambisce a ridimensionare radicalmente le competenze di militari e magistratura, principali pilastri dell’establishment laicista di impronta kemalista che hanno fin’ora avuto un ruolo di primo piano nella vita politica del paese. Per quanto riguarda la magistratura le modifiche costituzionali riguardano il numero e la scelta dei membri della Corte Costituzionale, la durata dell’incarico degli stessi (12 anni al massimo invece che fino al compimento dei 65 anni) e, soprattutto, la possibilità di ricorso individuale alla Corte e di controllo giurisdizionale delledecisioni del giudice da parte del Parlamento. Per quanto riguarda i militari, invece, si assisterebbe ad un cambiamento radicale del sistema di giustizia. Le modifiche approvate fa si che i tribunali militari saranno riservati al trattamento dei reati militari minori, mentre reati contro la sicurezza dello Stato e l’ordine costituzionale saranno trattati esclusivamente dalla magistratura civile. I partiti di minoranza temono che una vittoria del partito Ak possa ora spianare la strada a un’agenda islamica, anche se Erdogan nega qualsiasi volontà di cancellare la tradizionale apertura laica turca. Dopo la vittoria dei si, l’Ue ha invitato Ankara a mettere in pratica le riforme previste nella nuova Costituzione per quanto riguarda le maggiori libertà. Il commissario all’Allargamento Stefan Fuele ha annunciato che i cambiamenti vanno incontro a “priorità di lungo periodo” per l’adesione della Turchia all’Unione europea. In realtà il vero nodo del referendum, oltre al banco di prova della tenuta della’Akp, è stato il confronto fra le principali anime della società e, dopo anni di conflitto tra il kemalismo delle strutture militari e, in parte, della magistratura ed l’AKP di Erdogan, giungere ad una resa dei conti da cui il partito di governo è uscito, almeno dai voti, libero da vincoli.
Carlo Di Stanislao
Lascia un commento