Un sottoproletario romano che vive alle spalle di una prostituta che finisce in galera e ne trova un’altra, se ne innamora e cerca un lavoro. Questo la stringata storia di “Accattone”, il primo e forse più riuscito film di Pasolini, uscito nel 1962 e fatto della tensione etica e formale da dramma epico-religioso, che tocca il mistero “scandaloso” della Grazia, tipica dei primi romanzi pasoliniani. Cammei di Sergio Citti nel ruolo di un cameriere, di Elsa Morante in quello della detenuta Lina e della giornalista Adele Cambria, in quello della madre popolana di molti figli piccoli. Fotografia: Tonino Delli Colli; scene: Flavio Mogherini; musica: 4 brani di J.S. Bach, amatissimo da Pasolini. Accattone, girato nelle borgate romane, è sostanzialmente una trasposizione cinematografica dei precedenti lavori letterari di Pasolini. E’ facile individuare tra Accattone e Una vita violenta moltissimi punti in comune: stessi luoghi, stessi protagonisti, stesso modo di raccontare. Le differenze sono comunque evidenti, non solo in quanto il cinema come “lingua scritta della realtà” necessita di una diversa forma stilistica, e perché “l’unica grande difficoltà che uno scrittore deve affrontare per esprimersi ‘girando’ è che nel cinema non esiste la metafora, mentre tutta la lingua scritta consiste praticamente in una serie di metafore, più o meno concentrate, più o meno rapide, ora lunghe con paragoni e similitudini, ora immediate. Nel cinema tutto ciò non esiste”. Accattone è la logica traduzione visiva dei suoi primi romanzi (Ragazzi di vita e Una vita violenta) in cui si presenta con straordinaria durezza il genere di esistenza di chi vive al di fuori della società borghese reazionaria e omologatrice del dopoguerra e ai margini delle città in cui tale società opera e vive. Si tratta di quella parte di Italia costituita dal sottoproletariato che vive nelle periferie delle grandi città senza alcuna speranza per un miglioramento della propria condizione, a cui non resta che la morte come via di uscita da una condizione disperante. Con questo film, oggi alle 18, si inaugura la rassegna “Cinema D’Essai”, curata dal critico Piercesare Stagni e realizzata dal Movieplex (presso cui la stessa si svolge, ogni martedì, (con 14 film, sino al 4 dicembre) e l’Istituto Cinematografico Lanterna Magica, che fornirà le pellicole, tutte di proprietà della Cineteca de L’Aquila, sita in un apposito locale climatizzato nell’area ASL di Collemaggio (grazie alla disponibilità dell’attuale direttore generale dott. Giancarlo Silveri). Nata nel marzo 2000, la Cineteca de L’Aquila attualmente rappresenta uno dei pochi Centri Nazionali d’eccellenza per la conservazione e la tutela del patrimonio cinematografico in pellicola. Essa è un chiaro segnale da parte dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica” – che ha voluto fortemente la sua costituzione – di quanto l’impegno ultra ventennale a favore del cinema e dell’audiovisivo possa tradursi in un’operazione concreta che mira a preservare anche “materialmente” la settima arte. La Cineteca costituisce un fondo di raro pregio, dichiarato bene di rilevante interesse storico e culturale con decreto ministeriale del 17 maggio 2006, composto da oltre 1500 film in pellicola 35 e 16 mm. Si tratta di opere che appartengono alle più svariate cinematografie mondiali tra cui troviamo i lavori dei più importanti autori, i classici e i principali capolavori della storia del cinema, i film di genere, i cult movies, introvabili pellicole del cinema muto e straordinari documentari d’autore mai posti in circolazione prima d’ora. L’obiettivo della Cineteca è quello di assicurare una collocazione adeguata a un patrimonio che necessita per sua natura di una conservazione che ne preservi quanto più possibile le caratteristiche originarie. Tale specificità fornisce alla struttura una identità e una funzione sempre più definite nel panorama delle Cineteche italiane ed internazionali. I mezzi a disposizione della struttura – dai laboratori specializzati all’Unità Climatizzata per una conservazione ottimale delle pellicole – oltre alla presenza di professionisti del settore ed esperti conservatori, fanno della stessa un Centro Specializzato in grado di salvaguardare il patrimonio cinematografico secondo procedure adeguate. La Cineteca è attualmente una realtà attiva su più fronti: oltre alla tradizionale attività di conservazione prevede una intensa attività di ricerca, recupero, promozione. Il patrimonio della Cineteca è accessibile ad Enti, Istituzioni, Associazioni e a quanti intendano avere la possibilità di “consultare” un testo filmico o contribuire a diffondere la cultura del cinema. Questo permette alla struttura di mantenere relazioni culturali collaborando a Festival e retrospettive in tutto il mondo. Infine il catalogo della Cineteca viene messo a disposizione per operazioni di restauro che vogliano essere filologicamente corrette. In questo senso la Cineteca ha già potuto realizzare progetti di restauro anche fuori dai confini locali, in una serie di interventi e collaborazioni prestigiose. L’ingresso per la serie che parte oggi, ha un costo di soli 5 euro. Per informazioni e prenotazioni: 0862319773 o 3471942178.
Carlo Di Stanislao
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