Un pacco contenente un detonatore, filo e liquidi esplosivi è stato trovato sui binari del Tgv, il treno francese ad alta velocità, all’altezza di Massy-Palaiseau, una cinquantina di chilometri a sud di Parigi. Il ritrovamento è stato compiuto dal personale delle ferrovie. Da giorni, dopo il falso allarme bomba per la Tour Eifel, il controspionaggio francese parla i di forte probabilita’ di imminenti attentati a Parigi ed anche oggi il ministro degli Interni ha detto che ‘la minaccia e’ reale’. Ieri la tv Rtl ha diffuso la notizia che i servizi segreti francesi erano sulle tracce di una donna pronta a compiere un attentato sucida e che i controlli si stavano concentrando proprio sulle linee di trasporto. L’emittente televisiva ha aggiunto che Dalil Boubakeur, rettore della Moschea di Parigi che predica un Islam moderato, è stato messo sotto protezione rafforzata. Circa il pacco bomba di oggi, è stato comunque chiarito che secondo la Lci, una televisione privata francese, l’ordigno non era in grado di esplodere poiché la bottiglia con il liquido infiammabile non era collegata al detonatore. Intanto oggi, un no fermo e deciso al progetto di legge sull’immigrazione proposto in Francia dal Ministro Eric Besson, che sarà discusso entro la fine del mese dall’assemblea nazionale, arriva dai sette vescovi della Commissione episcopale per la Missione della Chiesa universale. “Il governo deve regolamentare i flussi migratori tenendo conto del bene comune”, scrivono i presuli, che si concentrano in particolar modo, riferisce l’agenzia Sir, sul tema del diritto d’asilo. “È sempre stato difeso dalla Chiesa; – affermano i vescovi – le misure che tendono a diminuire il sostegno o le garanzie del giusto processo sono inaccettabili. L’intervento da parte del tribunale della libertà è fondamentale per ascoltare la parola delle persone private della libertà. Ritardare questa azione o limitarla nei luoghi di maggiore fragilità viola questo diritto, anche nel contesto della detenzione amministrativa”. I sette presuli, infine, ricordano l’apporto che i migranti, “con il loro lavoro, la loro energia e il loro onore” danno alla Francia ed esortano a non dimenticare le difficoltà che questi hanno dovuto affrontare dal momento in cui hanno lasciato il loro Paese d’origine. E le polemiche sul rimpatrio dei rom continuano a venire da vari organi istituzionale, nonostante lo sprezzante discorso di Sakorzy (con supporto del nostro governo) di pochi giorni fa a Bruxelles. Il commissario ai diritti umani Thomas Hammarberg ha infatti scritto al ministro per l’Immigrazione, Eric Besson, per lamentare il ricorso a provvedimenti a suo dire poco rispettosi della dignità umana. Nella missiva, inviata il 3 agosto scorso ma di cui la stampa francese da conto solo oggi, vengono riconosciuti gli sforzi profusi dalla Francia per quanto riguarda le strutture di accoglienza per i richiedenti asilo, “un aspetto positivo che non controbilancia la politica francese nel suo insieme in materia di immigrazione”. E anche in riferimento all’accoglienza, il commissario Hammarberg denuncia “una persistente insufficienza” di posti disponibili nelle strutture, così come condizioni di vita “precaria” per chi vive all’interno dei centri.Riserve sono state espressa anche sulla presenza di minori nelle strutture, su una “riduzione del controllo da parte dei giudici delle libertà e della detenzione quando uno straniero viene arrestato”. Nella sua risposta, datata 16 settembre, Besson ricorda che ”la Francia e’ diventata nel 2009 il primo Paese d’accoglienza dei richiedenti asilo in Europa e il secondo nel mondo dopo gli Stati Uniti”. Il Ministro sottolinea anche che sono stati istituiti mille nuovi posti il 1° luglio, ma ciò non placa le critiche del Vaticano e dei vescovi francesi.
Carlo Di Stanislao
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