Per decidere dove collocare il sito per lo stoccaggio delle scorie radioattive occorre una sorta di ‘autocandidatura’ da parte degli enti locali individuati dalla mappa messa a punto dalla Sogin. Solo laddove non dovesse esserci un accordo con l’ente locale la decisione spetterebbe al Consiglio dei ministri. Il decreto legislativo n.31 del 15 febbraio 2010 per il ritorno dell’energia nucleare in Italia, prevede infatti che la Sogin, “entro trenta giorni dall’approvazione della mappa invita le Regioni e gli enti locali delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Parco Tecnologico a comunicare il loro interesse ad ospitare il Parco stesso e avvia trattative bilaterali finalizzate al suo insediamento, da formalizzare con un specifico protocollo di accordo”. In ogni caso, la legge dice che “la semplice manifestazione d’interesse non comporta alcun impegno da parte delle Regioni e degli enti locali”, con i quali, in assenza di manifestazioni d’interesse, “la Sogin promuove trattative bilaterali”. In caso di mancato accordo con un ente locale, l’estrema ratio della legge prevede la possibilità di agire per decreto. Si tratta, secondo quanto si apprende da fonti di settore, di un percorso già seguito in altri Paesi come Francia, Spagna e Svezia, dove sono stati molti i comuni che, attratti dalle compensazioni economiche e dai posti di lavoro assicurati dalla realizzazione del Parco tecnologico, hanno espresso la loro ‘autocandidatura’, scatenando comunque, in alcuni casi, le proteste della popolazione locale.
Nucleare: per sito scorie serve ‘autocandidatura’ enti locali
Per decidere dove collocare il sito per lo stoccaggio delle scorie radioattive occorre una sorta di ‘autocandidatura’ da parte degli enti locali individuati dalla mappa messa a punto dalla Sogin. Solo laddove non dovesse esserci un accordo con l’ente locale la decisione spetterebbe al Consiglio dei ministri. Il decreto legislativo n.31 del 15 febbraio 2010 […]
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