Elezioni in Venezuela

Il Consiglio elettorale venezuelano ha comunicato stamani i risultati delle elezioni legislative di ieri. Il partito di Chavez ha ottenuto almeno 90 seggi, ma non l’obbiettivo prefissato dei 2/3, pari a 1110 seggi. All’opposizione costituita dalla coalizione conservatrice ‘Mesa de la Unidad Democratica’ sono andati almeno 59 seggi, mentre due rappresentati del partito ‘Patria para […]

Il Consiglio elettorale venezuelano ha comunicato stamani i risultati delle elezioni legislative di ieri. Il partito di Chavez ha ottenuto almeno 90 seggi, ma non l’obbiettivo prefissato dei 2/3, pari a 1110 seggi. All’opposizione costituita dalla coalizione conservatrice ‘Mesa de la Unidad Democratica’ sono andati almeno 59 seggi, mentre due rappresentati del partito ‘Patria para todos’ sono stati eletti al congresso uninominale. “Cari connazionali, abbiamo ottenuto una solida vittoria”, ha affermato via Twitter il presidente Hugo Chavez, commentando i risultati. Non la pensa così l’opposizione. ”Abbiamo il 52% del voto popolare”: ha detto il portavoce dell’opposizione ‘anti-chavista’ del Mud, Ramon Aveledo, che ha aggiunto: ”Ha vinto il Venezuela che vuole un Parlamento pluralista e che lo ha scelto, nonostante la perversione del sistema elettorale”. Aveledo critica il metodo elettorale approvato mesi fa dall’assemblea di Caracas, che secondo l’opposizione avvantaggia sensibilmente il Psuv, e i forti ritardi da parte delle autorità nella comunicazione dei risultati elettorali: ”Non è possibile che il paese abbia un sistema di scrutinio automatizzato, con una tecnologia avanzata e che non siano ancora stati forniti tutti i dati sull’esito delle elezioni”, ha aggiunto Aveledo. Come commenta oggi La Voce d’Italia, il Venezuela ha scelto un parlamento plurale in cui il Psuv, partito di governo, non godrà più della maggioranza assoluta. Inoltre, stando ai primi risultati, è già certo che Biagio Pillieri e Josè Sànchez Mazuco, considerati dall’opposizione prigionieri politici, lasceranno il carcere in quanto risultati eletti in queste elezioni.  Da oggi godono dell’immunità parlamentare. Come scrive Maurizio Stefanini sulla rivista di geopolitica Limes, anche se le prossime presidenziali saranno solo nel 2012, questa consultazione si è trasformata di fatto in un referendum su Hugo Chávez, come del resto tutte quelle che si sono tenute da quando il colonnello è arrivato al potere. E, dai risultati, pare che Chavez ancora tenga saldamente in mano il Paese. Ma chi è davvero Chavez, definito un Castro-Peron insieme, ovvero un miscuglio fra Bossi e Grillo, che è riuscito, con virtuoso eclettismo, a mettere assieme da una parte il tipo di antipolitica che in Europa è normalmente associato alle destre populiste; dall’altra il nuovo pensiero no global emerso a sinistra nell’ultimo decennio del XX secolo; dall’altra ancora, quel che era rimasto in America Latina del marxismo tradizionale; e, condendo il tutto con l’eredità del vecchio modello caudillista. Castro e Perón nella stessa persona. Più, se vogliamo, anche un bel tocco di Berlusconi, che con lui infatti simpatizza apertamente, al di là della teorica opposizione delle ideologie. A sinistra, molti che in Italia considerano Chávez un eroe del nuovo Terzo Mondo stentano a comprendere il perché gran parte della sinistra storica venezuelana, anche radicale, abbia finito per mettersi contro di lui e per fare blocco con gli antichavisti di centro o di destra. Chávez fino al 2007 ha vinto tutte le prove di forza: vari turni elettorali; un golpe de calle in cui una saldatura tra moti di piazza e militari che lo aveva allontanato dal potere è stata sconfitta da un contro-golpe de calle di altri manifestanti e altri militari; un grande sciopero; un referendum revocatorio. Quando dunque cinque anni fa l’opposizione scelse di boicottare le precedenti elezioni politiche, la motivazione ufficiale fu la protesta per le crescenti manipolazioni elettorali. Nelle ultime settimane Chávez è tornato a scendere in campo con energia a favore dei suoi candidati. Su tutto, c’è la nuova legge elettorale dell’anno scorso, che fa eleggere 110 deputati su 165 in collegi uninominali, e che dovrebbe dunque favorire il partito chavista. Ma l’abbandono della’atteggiamento “aventinista” della’opposizione ed il risultato ottenuto, ora creano alcuni problemi al caudillo social-populista, mezzo Peron e mezzo Berlusconi. Insomma, nelle elezioni di ieri, Chavez ha ottenuto la maggioranza ma i suoi avversari hanno avuto un buon successo. Ramon Guillermo Aveledo, leader della coalizione d’opposizione, Mesa de unidad democratica (Mud), ha bollato come “inammissibili” i risultati elettorali, spiegando che i candidati anti-Chavez hanno ottenuto più della metà dei voti popolari. Vedremo come Chavez risponderà nei fatti e nei prossimi giorni.

Una risposta a “Elezioni in Venezuela”

  1. niccolò ha detto:

    ma quali sono i marxisti che in venezuela sono alleati dei cialtroni della mesa democratica?
    io non penso che chavez abbia trasformato l venezuela nella patria della rivoluzione ma che ha tolto molte dei profitti del petrolio a quei cialtroni che hanno organizzato il golpe del 2002, non un goplpe de calle ma un colpo di stato condotto da esercito e televisioni che manipolavano le immagini dei cortei facendo sembrare che i sostenitori di chavez sparavano su chi manifestava contro di lui. la vera domanda è cosa sarebbe il venezuala senza chavez? probabilmente ciò che è stato durante tiutti gli anni precedenti: terra di saccheggio per stati uniti, europa e poi ricchi venezuelani.

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