Fra un mese esatto, il 28 ottobre, partirà l’edizione 2010 del Festival Internazionale del Film di Roma, presieduto da Gian Luigi Rondi e diretto da Piera Detassis, che si chiuderà il 5 novembre e che quest’anno apre i battenti con una pellicola molto trasgressiva: “Last Night”, di Massy Tadjedin con Keira Knightley, storia d’amore tra sesso, tradimenti e gelosie. Tra i titoli più attesi della Selezione Ufficiale dovrebbe esserci anche “Rabbit Hole” di John Cameron Mitchell, primo film prodotto da Nicole Kidman, interpretato dalla stessa Kidman con Dianne Wiest e Aaron Eckhart, dramma di una coppia costretta a fare i conti con l’improvvisa scomparsa dell’unico figlio. Sperando nell’opera prima “Oranges and Sunshine” di Jim Loach (figlio del grande Ken), nell’ultimo lavoro del recentemente scomparso Alain Corneau, “Crime d’amour” e magari nell’epico “Tree of life” dell’incostante, ma geniale Malick, con Brad Pitt e Sean Penn, si vocifera che nel concorso per il Marc’Aurelio potrebbero essere in gara molte produzioni italiane, che saranno giudicate dalla giuria presieduta da Sergio Castellitto, che intervenuto ieri ad Ariccia, presso la Sala Maestra di Palazzo Chigi, nell’ambito di “Aspettando il Festival”, la manifestazione organizzata dalla Fondazione Cinema per Roma, in collaborazione con Alice nella città, la sezione ragazzi del Festival Internazionale del Film di Roma che porta il cinema nelle scuole, realizzato in collaborazione con la Provincia di Roma e moderato dalla giornalista Cristiana Paternò; ha fatto sperare in un’attenzione particolare per il cinema di casa nostra. Gli altri componenti della giuria saranno la giornalista e scrittrice Natalia Aspesi, il regista Ulu Grosbard (Stati Uniti- Belgio) che ha diretto lungometraggi fra cui Innamorarsi con Meryl Streep e L’Assoluzione con Robert De Niro, lo scrittore Patrick McGrath (Regno Unito), autore di best seller come Follia e Spider, il regista tedesco Edgar Reitz che ha firmato la serie Heimat, e la russa Olga Sviblova, direttrice del Museo della Arti Multimediali di Mosca. Tutti “amici” del cinema tricolore. Si spera su “Una vita tranquilla” di Claudio Cupellini con Toni Servillo, ancora una volta nel ruolo di un camorrista che ha però abbandonato la criminalità per un ristorante a Francoforte. A far compagnia a Cupellini, dovrebbero arrivare i registi Guido Chiesa e Valerio Jalongo. Il primo per “Io sono con te”, appassionante storia di Maria, Madre di Gesù, raccontata come una Donna rivoluzionaria, capace di mutare il corso della storia e il ruolo femminile nella società. Mentre Jalongo con “La scuola è finita” mette in primo piano il rapporto tra un professore e uno studente liceale, dirigendo un cast variegato con Vincenzo Amato, Valeria Golino e l’esordiente Fulvio Forti. Aspettando i titoli in concorso e soprattutto i premi, ciò che è certo è che in occasione del ventesimo anniversario della scomparsa di Ugo Tognazzi (27 ottobre 1990), Rubini ha scelto “La stanza del Vescovo”, tratto dal romanzo di Piero Chiara, e diretto da Dino Risi, oltre al documentario “Ritratto di mio padre”, firmato dalla figlia Maria Sole Tognazzi, ricostruito con ricordi, interviste dei suoi compagni di lavoro (da Monicelli a Scola, da Michel Piccoli a Laura Morante e Valeria Golino) e dei figli (Ricky, Gianmarco e Thomas), con super8 privati e inediti, veri documenti di vita familiare e professionale. Tra gli Eventi Speciali anche l’anteprima del nuovo film di Ricky Tognazzi,”«Il padre e lo straniero”, interpretato da Alessandro Gassman con Ksenya Rappoport e tratto dal romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo. Altro appuntamento molto atteso, ormai una vera e propria tradizione iniziata dal Festival di Roma, è il Duetto nella sezione L’Altro Cinema | Extra: dopo Bertolucci e Bellocchio, Servillo e Verdone, Muccino e Tornatore, saranno due attori decisivi del cinema degli ultimi vent’anni, Margherita Buy e Silvio Orlando, a duettare sul palco dell’Auditorium. Infine, nella sezione Occhio sul Mondo | Focus, che quest’anno i riflettori saranno puntati sul cinema e la cultura giapponese, con un evento speciale dedicato al regista Akira Kurosawa per il centenario della sua nascita. Al Festival verrà quindi proiettata la versione restaurata del capolavoro di Kurosawa, Rashōmon. La sezione Occhio sul Mondo | Focus prevede inoltre un omaggio al regista Satoshi Kon scomparso lo scorso 24 agosto, all’età di 47 anni. Poco prima della morte, il regista aveva ultimato il suo nuovo lungometraggio di prossima uscita per la Madhouse, intitolato Yumemiru kikai cui ha dedicato tutte le sue ultime energie. Nel messaggio pubblicato postumo sul suo sito web, intitolato significativamente sayonara (‘addio’), Satoshi Kon scrive al pubblico della sua malattia e del suo ultimo lavoro, accomiatandosi con queste parole: “Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c’è nel mondo, poso la mia penna. Scusatemi se ora devo andare”. Maestoso e di alburnea potenza, folgorante nelle sue intuizioni e soluzioni, Satoshi Kon è lo specchio dei tempi futuri e le sue pellicole si aggiungono significativamente alla crescente cinematografia contemporanea nipponica, che esplora le contaminazioni culturali e i conflitti umani in atto nel nostro villaggio globale.
Carlo Di Stanislao
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