Sedici sindaci dell’Alto Ionio Cosentino hanno deciso di dimettersi per protestare contro l’ipotesi di chiusura dell’ospedale di Trebisacce. La conferma viene da un comunicato diffuso ieri sera dal Coordinamento delle Associazioni a difesa del presidio ospedaliero ‘Guido Chidichimo’ al termine di un lungo incontro nella Prefettura di Cosenza. Si tratta dei primi cittadini di Trebisacce, Rocca Imperiale, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara, Villapiana, Francavilla Marittima, Canna, Castroregio, Alessandria del Carretto, Cerchiara di Calabria, San Lorenzo Bellizzi, Nocara, Albidonia, Plataci e Oriolo.
Da una settimana, a Trebisacce, è in atto un blocco della strada statale 106 per protestare contro i contenuti del piano di rientro del debito sanitario della Regione. Il sindaco di Trebisacce, Mariano Bianchi, nel corso di un’assemblea pubblica, “ha dichiarato di aver rassegnato le dimissioni al Consiglio comunale e formalizzerà tale volontà attraverso una conferenza stampa”.
“l territorio dell’arco ionico – prosegue la nota – è sempre più emarginato e abbandonato dalle istituzioni e dai mezzi di comunicazione, tutti gli sforzi che una massa enorme del popolo sta esprimendo in difesa dell’Ospedale di Trebisacce attraverso una protesta civile, si spera, si sposterà sul tavolo politico istituzionale. L’intero arco ionico non allenta la protesta e sta valutando assieme alle Associazioni e alle organizzazioni sindacali l’opportunità di indire uno sciopero generale comprensoriale da proclamare a breve”.
Intanto è stato rimosso, durante la notte, il blocco della Statale 106 ionica nel territorio comunale di Trebisacce, messo in atto da giovedì scorso da un gruppo di cittadini e politici che protestano per la riconversione dell’ospedale della cittadina ionica, previsto dal piano di rientro del deficit sanitario approntato dalla Regione. La decisione di rimuovere il blocco e’ stata presa in seguito all’annuncio di dimissioni fatto dai 16 sindaci. “A questo punto – hanno detto i manifestanti – il confronto sulla salvaguardia del Chidichimo si sposta sul piano istituzionale”. (gp)
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