E’ stato premiato con Renzo Arbore, Margherita Buy, Barbara De Rossi, Mariangela Melato, Roberto Prosseda, Massimo Ranieri, Gabriele Salvatores, Bud Spencer, Guido Strazza, Uto Ughi e Bruno Vespa, il 26 settembre, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il nostro Carlo Crivelli, ha così ricevuto, dalle mani del presidente di giuria Ennio Morricone, il premio istituito dall’Associazione Culturale Goffredo Petrassi, nata nel 2004, con lo scopo di promuovere la conoscenza della musica e delle arti e di valorizzare giovani artisti. In questa sesta edizione, vincitori per la lirica, sono stati i giovani cantanti Daniela Dessi e Fabio Armillato, che debutteranno domenica 10 ottobre al Teatro Regio di Parma con ‘I Vespri Siciliani’ di Giuseppe Verdi. Nato nel 1953, diplomato nel 1986 all’Accademia Nazionale di S.Cecilia di Roma, autore di colonne sonore soprattutto per Marco Bellocchio, Carlo Crivelli ha fondato l’Orchestra “Città Aperta” per la registrazione di colonne sonore, che, da sempre, opera nella nostra Fossa. Il 19 gennaio del 2009, Crivelli, presso il salone della Carispaq, aveva presentato in anteprima assoluta la colonna sonora del film “Vincere”, ultima, controversa fatica di Marco Bellocchio. Circa il progetto di Fossa, realizzato dal Maestro Crivelli, insieme al direttore artistico dell’Orchestra, Jonathan Williams, si tratta di una operazione ardita ed interessante, che, nonostante il sisma, continua a svolgersi nel Teatro- studio La Fragolina di Fossa, avvalendosi della collaborazione di musicisti del calibro della violinista britannica Gaby Lester. Fra le altre attività dell’Orchestra Città Aperta, ricordiamo la colonna sonora del film “Ginostra” di Manuel Pradal, e quella di “Un viaggio chiamato amore” di Michele Placido e, ancora, il concerto al Teatro Comunale di L’Aquila ospiti della Società dei Concerti Barattelli, in cui è stata eseguita per la prima volta in Abruzzo “La Sagra della Primavera”di Igor Stravinskj insieme alla “Suite di Ginostra”, dello stesso Crivelli, per la direzione di George Adjenikos. A giugno di quest’anno, a Crivelli è andato anche il Premio France Musique Sacem, un importante riconoscimento Europeo, che viene assegnato per la miglior composizione originale di musica da film. Crivelli ha superato la nutrita ed agguerrita schiera di concorrenti: Nicola Piovani per “Joueuse” di Caroline Bottaro; Alexandre Desplat per “ L’armée du crime” di Robert Guédiguian, Vladimir Godar per “Country Teacher “ di Bodhan Sláma, Philippe Rombi per “Ricky” di François Ozon. A luglio, poi, Carlo Crivelli e l’Orchestra Città Aperta, ancora una volta al Teatro La Fragolina di Fossa, hanno registrato la nuova colonna sonora per il film “La Passione”, di Carlo Mazzacurati, nelle sale in questi giorni. Le sue “colonne”, molte delle quali memorabili, anche quando attraverso esse esperimenta metodi, forme, procedimenti tipici delle principali correnti della musica contemporanea, dimostrano che Crivelli è musicista capace sempre della massima libertà, una libertà in cui le “montagne di partiture” lette e ragionate da giovane, si stemperano e modellano con una curiosità attenta e partecipe, che egli sempre conserva nei confronti delle cose della cultura e del mondo. Nelle sue opere, sempre più la figura acquista un’importanza centrale, diviene la sostanza stessa della composizione. E’ una figura che contiene germinalmente in sè tutti i parametri compositivi, non è quindi un elemento esclusivamente melodico o ritmico o timbrico. E’ in uno tutto ciò, ed anche gesto, durata, materia, e così via. Ogni composizione ha il proprio lessico figurativo, un vocabolario di parole che sono sue proprie, cellule elementari che si compongono in significati connettendosi e che la caratterizzano non in quanto elementi statici (cioè tessere di mosaico), bensì in quanto elementi dinamici, in continuo divenire, senza blocchi, impedimenti od impacci, libere nella loro aggregazione, secondo un procedimento di organizzazione costruttiva che tiene continuamente presente l’insieme dell’opera, vista contemporaneamente da tutti i lati; come in un quadro la cornice, così nell’opera musicale la durata complessiva costituisce il limite entro il quale essa si raccoglie interamente, senza nulla prendere dall’esterno (nè immagini visive nè spunti letterari) e senza nulla proiettare verso l’esterno (messaggi filosofici o sociali); ma dentro la cornice della sua durata la rappresentazione ha una totalità onnicomprensiva, la cui articolazione è proprio costituita dalle singole figure che essa viene via via generando. Un parte della’opera filmica, una parte figurativa essenziale del risultato.
Carlo Di Stanislao
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