Non capita a tutti di tornare in Nazionale a tre anni di distanza dall’ultima volta: Stefano Mauri ci è riuscito superando fischi, critiche, momenti duri. “Tanto merito di questo mio ritorno in azzurro è della Lazio – è la premessa del centrocampista che Prandelli ha definito il più in forma del campionato in questo momento – Devo dire grazie al presidente Lotito, che mi ha ritenuto incedibile nonostante l’offerta della Sampdoria che mi aveva portato a saltare la prima di campionato; ad una società che mi ha sempre dimostrato fiducia tranne l’ultimo anno con Delio Rossi, che giocava con un altro modulo; all’allenatore Reja che dall’alto della sua esperienza ci ha fatto capire quali erano i problemi e insieme li abbiamo risolti; ad un gruppo che ha saputo guardarsi negli occhi e ricompattarsi per migliorare”. “Per tutto questo – sottolinea – ho voluto rinnovare il contratto con la Lazio fino al 2013. Gioco qui da 5 anni, non so se ci resterò a vita, ma io ci spero”. Insomma, un Mauri che sta vivendo un grande momento personale e con la propria squadra che dopo le prime sei giornate guida la classifica: “Possiamo arrivare lontano se continuiamo a giocare così. Scudetto? Zona Champions? Quarto posto? Vietato parlare di obiettivi, anche nel ricordo della passata stagione, quando ci siamo salvati all’ultimo. Siamo una buona squadra con grandi individualità, che ha dimostrato di potersela giocare con chiunque. Ma finora non abbiamo fatto nulla. Siamo appena all’inizio, i veri valori col tempo verranno fuori, noi cercheremo di farci trovare pronti se qualcuna delle grandi, e ci metto pure il Napoli, steccherà. Per ora la parola d’ordine é volare bassi”, avverte. Al contrario dell’aquila che volteggia all’Olimpico ad ogni impegno della Lazio. “E’ una bella iniziativa, l’aquila è il simbolo della società, l’intenzione è facilitare il riavvicinamento con una parte del pubblico dopo la frattura che esiste da tempo e l’aria negativa che si respira”. Anche la classifica ovviamente può aiutare, una classifica che fra l’altro vede pure una Roma in zona retrocessione. “Non mi fa alcun effetto – risponde Mauri diplomatico – Essendo una grande squadra presto tornerà a far punti e comunque noi non guardiamo né a lei né a nessun’altra ma solo a noi stessi. Ci vorrà almeno tutto il girone per mostrare le nostre potenzialità”. A Mauri sono occorsi tre anni per tornare protagonista: “Sono stato bravo a non mollare e a credere nei miei mezzi. I fischi? Ero convinto che fossero prevenuti e dovevo far ricredere chi me li faceva, a volte anche questo serve per dimostrare il proprio valore”. E così è arrivato il premio della chiamata in azzurro: “Ho sempre pensato di tornarci. E’ una grande emozione, spero di restarci lungo. E se Prandelli vuole, sono pronto per venerdì, nel tempo ho dimostrato che posso coprire più ruoli”. Dalla Lazio è arrivato pure Floccari: “Se lo merita – dice Mauri – E’ uno che lotta, sono contento per lui”. Insomma è tempo di brindisi.
Mauri, sono tornato grazie alla Lazio
Non capita a tutti di tornare in Nazionale a tre anni di distanza dall’ultima volta: Stefano Mauri ci è riuscito superando fischi, critiche, momenti duri. “Tanto merito di questo mio ritorno in azzurro è della Lazio – è la premessa del centrocampista che Prandelli ha definito il più in forma del campionato in questo momento […]
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