“Come sempre, anche in questo caso, il volontariato ha trovato in sé le risposte per fronteggiare le difficoltà, e così a 18 mesi dal sisma tutte le realtà aquilane di volontariato sono riuscite e rimettersi in moto inventando delle soluzioni, per lo più sono provvisorie, che permettessero di continuare”. È Gianvito Pappalepore, presidente del Csv dell’Aquila, a descrivere lo stato del mondo del volontariato oggi nel cratere. “L’emergenza, come dopo il sisma restano le sedi, ma stanno nascendo esperienze significative: ne La Piazza, ad esempio, 18 associazioni di natura diversa, si sono unite e in uno stesso spazio, concesso dal Comune, sorgeranno 18 sedi che permetteranno di fare rete, di mettere insieme risorse e di ricreare un tessuto sociale. Noi come Csv ? continua – stiamo lavorando alla realizzazione di una Casa delle associazioni finanziata dalle donazioni dei privati arrivate in questo anno e mezzo. Offriremo spazi per riunioni, formazione, aiuto logistico alle associazioni e ci sarà una piccola foresteria. C’è bisogno di un luogo in cui ricostruire il tessuto sociale che ad oggi è ancora disperso e per questo mettiamo anche a disposizione dei gruppi che risponderanno al bando, alcune aree intorno a questa Casa delle associazioni per la costruzione delle proprie sedi definitive. In molti, comunque, per il momento preferiscono una sede precaria: l’obiettivo è quello di tornare nelle proprie sedi in centro”.
Il sociale, a un anno e mezzo dal sisma, ha dimostrato di essere una via percorribile nelle situazioni di crisi: “Tutte le associazioni che esistevano al 6 aprile hanno ricominciatole le proprie attività, molte si sono potenziate e ne sono nate di nuove: basti pensare che il Csv ha censito 40 nuove realtà nate nell’aquilano nel post sisma, nature diverse (dalla cittadinanza attiva alla gestione di fondi) ma stessa forza aggregativa. Ora il compito del Csv e di chi pratica il volontariato da più tempo è quello di aiutare queste nuove realtà a impegnarsi in obiettivi comuni, a non essere autoreferenziali”.
Tanto il lavoro a servizio della comunità. Pappalepore ricorda solo le ultime iniziative in ordine di tempo: “durante l’estate16 associazioni, con 150 volontari a settimana, hanno animato altrettanti campi di accoglienza per mille bambini, e ancora, 12 associazioni stanno portando avanti progetti per 500 mila euro, 100 giovani poi faranno l’esperienza del servizio civile con il progetto ?Uniti per l’Abruzzo'”. Il bilancio di questi primi 18 mesi post sisma, per il mondo del volontariato, insomma è positivo, “sono, invece, le Istituzioni a non essere state in grado di fare sintesi e di farsi interpreti e portavoce dei bisogni della società”. Per il presidente del Csv aquilano lo dimostra il fatto che, ad esempio, nel Piano sociale regionale di durata triennale non si accenni, se non di sfuggita in due passaggi, ai cambiamenti che il terremoto ha imposto a livello sociale o che i fondi destinati al sociale, sia quelli per le politiche familiari che quelli regionali non siano mai arrivati. “In mezzo a tanto dolore – conclude Pappalepore – la società civile è stata in grado di reagire in maniera vitale lavorando a nuova città da inventare”.
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