“Un ringraziamento, a nome di tutte le aquilane e di tutti gli aquilani per il contributo che, come cittadino italiano, e soprattutto, come uomo di sport, ha voluto donare alla squadra dell’Aquila Rugby”. Questo lo scopo della lettera che il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha inviato al presidente del consiglio Silvio Berlusconi.“La ringrazio soprattutto – ha scritto Cialente – per aver compreso che L’Aquila Rugby, nella nostra città, è qualcosa di più di una società sportiva, ma costituisce un simbolo , nel quale si riassume anche una cultura del nostro popolo. E di simboli intorno a cui ritrovarsi la nostra comunità, in questo momento storico, sente un grande bisogno, per potersi riappropriare di un’identità collettiva che si traduce in spinta per il futuro”.
“Una cultura – prosegue il sindaco – che è fatta di tenacia, capacità anche di soffrire ma comunque di andare avanti. Una cultura per la quale si vince tutti insieme, ci si confronta con forza e tenacia nei confronti mai di nemici ma di avversari che, dopo 80 minuti, tornano ad essere amici degni di rispetto. Una cultura che fa della lealtà, profondamente radicata nello spirito abruzzese, un emblema e un elemento fondante del proprio carattere. Questa cultura, che è di un’intera città, forse ci ha permesso di affrontare la nostra tragedia con quellla dignità che Lei, più di tutti, può testimoniare e che spiega questa voglia di andare avanti che tutti quanti abbiamo avuto anche in quelle prime, drammatiche ore e giornate dopo il 6 aprile, in cui sembrava impossibile trovare un motivo di speranza”.
“Lei ha compreso tutto questo. – conclude Cialente – L’Aquila Rugby, come tante altre realtà di questa città così profondamente ferita, attraversa un momento di difficoltà ma, come per tutte le altre situazioni, stiamo lavorando per darle nuova forza e per renderla più forte e più bella di prima, così come sarà la città dell’Aquila quando l’avremo ricostruita. Nel ringraziarLa ancora per questo Suo gesto, che non è solo di rispetto ma soprattutto di affetto, voglio pensare che in esso Lei abbia compreso fino in fondo il nostro animo, un po’ ruvidi, molto decisi, tenaci ma leali e con un cuore grande più del Gran Sasso”.
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