La struttura è stata edificata con regolare permesso a costruire rilasciato dal comune dell’Aquila: un’autorizzazione ritenuta non più valida dal Tar dell’Abruzzo, che ha già riconosciuto alla donna un risarcimento pari al 30% del valore catastale del suo immobile. Non abbastanza, secondo la donna, che ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, chiedendo un risarcimento del 40%. Indignata la reazione dell’associazione, che fa appello alle “deroghe previste per i comuni che vogliono fare una variante al piano urbanistico per la realizzazione di opere di interesse pubblico”. Insoddisfatta delle spiegazioni “incomprensibili” ricevute dalle istituzioni e dagli “assurdi cavilli legislativi”, l’associazione trae le sue conclusioni: “avere una comunità di disabili alla porta a fianco dà ancora fastidio, i tempi che sembrano lontani delle lotte di Basaglia per i ?suoi matti’ non sono purtroppo ancora superati”.
L’Aquila, “Abitare insieme” sotto accusa per abuso edilizio
Una “logorante vicenda giudiziaria” sta interessando in questi giorni l’associazione abruzzese “Abitare insieme”, da anni attiva nel campo della disabilità. Una vicenda su cui, martedì 19 ottobre, dovrà esprimersi il Consiglio di Stato. Sotto accusa c’è un edificio polifunzionale messo su nel comune dell’Aquila dall’associazione, in cui vivono 5 famiglie con disabili e sono attivi un […]
Una “logorante vicenda giudiziaria” sta interessando in questi giorni l’associazione abruzzese “Abitare insieme”, da anni attiva nel campo della disabilità. Una vicenda su cui, martedì 19 ottobre, dovrà esprimersi il Consiglio di Stato. Sotto accusa c’è un edificio polifunzionale messo su nel comune dell’Aquila dall’associazione, in cui vivono 5 famiglie con disabili e sono attivi un centro diurno e un centro di accoglienza. L’associazione è stata denunciata per abuso edilizio da una “potente vicina” – riferisce l’associazione – perché la struttura “arrecherebbe un danno al panorama godibile dalla sua abitazione. Inoltre, sempre secondo la donna, il luogo in cui il centro è stato costruito sarebbe inadatto a una comunità di disabili, trattandosi di una zona residenziale”.
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