La questione arbitrale quasi finisce in secondo piano a Fiumicino, surclassata dall’effetto Genova. I presidenti delle società di calcio sperano che dalle gesta dell’uomo nero serbo a Marassi scaturisca un effetto positivo: accelerare la legge sugli stadi per costruirne di nuovi. In un Marassi moderno non sarebbe successo, sostengono in molti. I patron e i vertici dell’Associazione italiana arbitri (Aia) si vedono in un hotel accanto all’aeroporto romano per parlare di tecnologia in aiuto ai fischietti, ma soprattutto per fare pace dopo un periodo di litigi e recriminazioni. C’é Maurizio Zamparini, autore di una lettera aperta sulla stampa molto critica con i direttori di gara. Ci sono i rappresentanti di tutti i club, ma non i presidenti di Inter, Milan e Juve. Ci sono anche Giancarlo Abete e Maurizio Beretta, presidenti di Federcalcio e Lega di serie A. Alla fine tanti buoni propositi, parole distensive e una proposta ancora un po’ vaga: gli arbitri dovrebbero far visita alle società per incontrare allenatori e giocatori e creare un clima più sereno. Lo riferisce il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, ma il numero uno dell’Aia Marcello Nicchi parla di incontri tecnici a richiesta soprattutto per spiegare le regole a chi a volte sembra non conoscerle. “C’é una classe arbitrale nuova e trasparente, stiamo facendo un lavoro enorme”, dice Nicchi uscendo dall’Hilton. Quanto a Zamparini, certe cose le dica in sedi come questa, non sui giornali. Sulla tecnologia tutti d’accordo, specie per i gol fantasma, ma i tempi non saranno brevi. E così, nell’attesa, le parole più forti arrivano sui fatti di Marassi. “A Genova lo Stato è mancato”, afferma De Laurentiis, perché non ha saputo garantire la sicurezza dei cittadini. Il patron del Napoli non crede alla carenza di informazioni sugli ultrà da parte serba: “Una scusa, come a scuola”. “Episodio tristissimo del calcio moderno” definisce la serata genovese il presidente della Roma Rosella Sensi. I club però sperano in un’accelerata alla legge sugli stadi impantanata in Parlamento. Beretta parla di “spinta decisiva”, Lotito di “necessità inderogabile di realizzare un piano sugli stadi, sennò vedete cosa succede”. E fa un paragone con le carceri di tanti anni fa, dove a suo dire le continue rivolte cessarono quando se ne costruirono di moderne. Intanto c’é da chiudere il contratto collettivo dei giocatori: a Fiumicino si è svolta una riunione informale dei club, domani a Roma nuovo round tra Assocalciatori e Lega. Risolto il problema della Befana, in ballo c’é molto di più.
Effetto Genova, cluv rilanciano per nuovi stadi
La questione arbitrale quasi finisce in secondo piano a Fiumicino, surclassata dall’effetto Genova. I presidenti delle società di calcio sperano che dalle gesta dell’uomo nero serbo a Marassi scaturisca un effetto positivo: accelerare la legge sugli stadi per costruirne di nuovi. In un Marassi moderno non sarebbe successo, sostengono in molti. I patron e i […]
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