Il 13 ottobre a Torino, al Museo regionale di scienze naturali, si è svolto l’incontro internazionale sul tema “I Piani di gestione di distretto quali strumento di tutela dell’ecosistema montano e forestale”, promosso dal ministero dell’Ambiente e dall’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (Ipla), in collaborazione con la Regione Piemonte.
Il workshop, promosso nell’ambito del progetto europeo Manfred – Strategie gestionale per l’adattamento delle foreste dello spazio alpino ai rischi del cambiamento climatico, lanciato nel quadro del “Programma spazio alpino” 2007-2013, ha registrato la qualificata presenza di interventi tecnici e scientifici dal settore della gestione delle risorse idriche, da tutto l’arco alpino. L’iniziativa rientra negli incontri preparatori alla terza conferenza internazionale “Water conference in the Alps”. E’ stato discusso in particolare il ruolo dei nuovi Piani di gestione di distretto e di bacino nella valorizzazione e tutela degli ecosistemi alpini e delle foreste.
“L’incontro è stata una proficua occasione per mettere a confronto le esperienze e, quindi, le esigenze e le opportunità di un approccio integrato applicato alla gestione delle acque, ha sottolineato Paolo Angelini, referente italiano per la Convenzione delle Alpi e project manager del Progetto Manfred per il ministero dell’Ambiente. Si tratta dello stesso approccio che, nel lavoro condotto nell’ambito della Convenzione delle Alpi, dedica grande attenzione sia alla risorsa idrica che alla risorsa forestale, in stretta relazione l’una con l’altra. La competenza dei relatori e la ricchezza di sollecitazioni degli interventi, emerse durante il work shop torinese, contribuirà al più ampio dibattito in programma alla terza conferenza internazionale “Water conference in the Alps”, che si terrà a Venezia nei giorni 25 e 26 novembre, presso la Venice international university, all’ Isola di San Servolo”.
“L’ipla, ha dichiarato Mauro Piazzi, direttore dell’Ipla, che ha contribuito ad organizzare l’incontro, mette a disposizione le sue competenze professionali e il suo patrimonio di conoscenza del territorio, in particolare del sistema forestale, ai fini della realizzazione della miglior gestione possibile delle acque nella realtà piemontese”.
“Questo utile incontro si è svolto a Torino, in Piemonte, in una regione virtuosa per quanto riguarda il problema delle perdite nella rete idrica, ha detto Francesco Puma, segretario generale Autorità di bacino del Fiume Po, facendo riferimento ai dati Istat 2009 secondo cui la dispersione di acqua potabile nella rete di distribuzione dei comuni subalpini è del 31,7%, inferiore, anche se di poco, alla media nazionale del 32,1%. “Il Piemonte, ha detto Puma, è dotato di una avanzata pianificazione delle risorse idriche e i corsi d’acqua subalpini si presentano in parte significativa in buone condizioni di qualità ambientale”. “L’importanza della gestione delle risorse idriche nell’arco alpino, ha affermato Marcella Macaluso, segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, è confermata dalla II Relazione sullo stato delle Alpi “L’acqua e la gestione delle risorse idriche”, adottata nel 2009 e dalla istituzione della Piattaforma “Gestione dell’acqua nello spazio alpino”,che lavorerà sino a marzo 2011, quando alla XI Conferenza delle Alpi, anche alla luce di quanto emerso oggi a Torino, saranno valutati i risultati di questo percorso e messe a punto linee strategiche”.
La Water conference 2010, prosegue idealmente il dialogo avviato ad Innsbruck nel 2006 e proseguito a Monaco nel 2008. La Conferenza è stata la prima occasione di condivisione delle attività della “Piattaforma acqua”, istituita dalla X Conferenza delle Alpi allo scopo di sostenere sia lo scambio di esperienze che l’elaborazione di proposte, e fornisce i risultati di una indagine condotta sui Piani di Gestione di bacino con lo scopo di verificarne la rispondenza alle questioni alpine e la versione provvisoria delle Linee guida per un uso sostenibile del “piccolo idroelettrico”.
“Si tratta di un problema molto attuale, ha evidenziato Pietro Colonna, Piattaforma gestione dell’acqua nello spazio alpino, perché, se l’idroelettrico, da una parte, fornisce risposta al fabbisogno di energie rinnovabili, dall’altra impatta sull’ecosistema fluviale. E il Piemonte si sta ponendo e sta affrontando in modo lungimirante il problema dell’uso sostenibile degli impianti di piccola taglia (piccolo idroelettrico sotto i 3 MegaWatt)”.
“La convinzione che la gestione corretta dell’acqua debba passare necessariamente, per essere efficace, attraverso il coinvolgimento di tutti i soggetti locali, ha dichiarato in una nota l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte Roberto Ravello, che non ha potuto presenziare all’incontro a causa di impegni istituzionali, ha portato la Regione a intraprendere un percorso che fa della partecipazione pubblica il suo elemento fondamentale. Il 7,3 % dei consumi di energia nella nostra regione è garantito da fonti rinnovabili e buona parte deriva dalla produzione degli impianti idroelettrici localizzati in ambiente alpino. Incrementare la produzione dalle rinnovabili è obiettivo generalmente condiviso, ma non si può andare in tale direzione senza fare i conti con la necessità di tutelare la montagna per non pregiudicare quella funzione di serbatoio di acqua e biodiversità che le Alpi rappresentano per il territorio. Discutere insieme se e come “regolamentare” il comparto energetico dell’idroelettrico in funzione della salvaguardia degli ambienti alpini, rappresenta una necessità di tutti i Paesi alpini incontratisi a Torino”.
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