Alla luce dell’evoluzione dello sciame sismico del distretto dei Monti Reatini l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato sul proprio sito internet un’aggiornamento dell’analisi del fenomeno. “L’area interessata dall’attuale sequenza – si legge nel documento – ricade nella zone a maggiore pericolosità del nostro paese e i comuni interessati sono classificati in zona 1 nella mappa di classificazione del territorio nazionale”. “Dal 19 ottobre 2010 – si legge ancora nella nota – è ripresa l’attività sismica dei Monti Reatini. Questa area, collocata al confine tra le regioni Lazio e Abruzzo (province di Rieti e L’Aquila), è interessata da un’attività che si prolunga da giugno 2009 con periodi più attivi intervallati da periodi con scarsa attività sismica”. “L’attuale attività (19-22 ottobre) – prosegue l’analisi dell’Ingv – consiste di circa 240 terremoti dei quali 25 hanno magnitudo maggiore di 2.0 e due con magnitudo maggiore di 3.0. La scorsa più forte (Ml 3.3) è avvenuta il 20 Ottobre. La distribuzione spaziale risulta differente rispetto ai periodi precedenti; infatti, l’area interessata solo in parte coincide con quella del periodo agosto-settembre 2010, poiché alcuni degli eventi, tra i quali i più forti, si posizionano a circa 5 chilometri a ovest”. Questa mattina, la rete dell’Ingv ha rilevato una lieve scossa nell’Aquilano, di magnitudo 2.1 e profondità 8.4 km, con epicentro tra i comuni di Barisciano e Sant’Eusanio Forconese.
Sciame sismico, nuova analisi dell’INGV
Alla luce dell’evoluzione dello sciame sismico del distretto dei Monti Reatini l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha pubblicato sul proprio sito internet un’aggiornamento dell’analisi del fenomeno. “L’area interessata dall’attuale sequenza – si legge nel documento – ricade nella zone a maggiore pericolosità del nostro paese e i comuni interessati sono classificati in zona 1 nella […]
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