Sono molti i buoni film da vedere in questi giorni. In primo luogo “Wall Street. Il denaro non dorme mai” di Oliver Stone con Michael Douglas e Shia LaBeouf, sequel del celebre film di 20 anni fa, con Oscar a Douglas, in cui, alle soglie della crisi economica internazionale che rischia di minare le fondamenta del mondo finanziario del terzo millennio, Jacob, un giovane agente di borsa, si unisce all’ex uomo d’affari Gordon Gekko, per tentare di avvisare la comunità dell’imminente disastro. Nel frattempo, i due cercheranno anche di scoprire l’autore dell’omicidio del mentore di Jacob. Ancora “Fair Game – Caccia alla spia”, di Doug Liman, con Sean Penn, Naomi Watts, Sam Shepard, Bruce McGill, David Andrew, un film in cui si tenta di spiegare come gli americani siano arrivati al conflitto iracheno, attraverso un nitido resoconto del degrado istituzionale che ha portato alla sventurata e incredibile decisione. Molto divertente ed adatto a grandi e piccini, il film di animazione “Cattivissimo me”, di Pierre Coffin, Chris Renaud e Sergio Pablos, con una storia ambientata in un ridente quartiere fuori città, circondato da steccati bianchi e cespugli di rose in fiore, in cui si erge una casa nera, su un prato desolato. Ad insaputa del vicinato, dietro questa casa, c’è un grande rifugio segreto. Lì, in mezzo a un piccolo esercito di schiavi, scopriamo Gru (doppiato da Steve Carell), che sta progettando il più grande colpo della storia del mondo: rubare la luna! (si, proprio la luna!) Gru adora ogni genere di misfatti. Armato di un arsenale di razzi che restringono o congelano, e di veicoli in grado di combattere via terra e via aria, Gru travolge e conquista tutto ciò che trova sulla sua strada. Ma tutto questo cambia il giorno in cui si imbatte nella forte determinazione di tre ragazzine orfane, che vedono in lui qualcosa che nessun altro ha mai visto prima: un potenziale papà. Ispirato al francese “Giù a nord”, del 2008, “Benvevuti a Sud”, è una commedia buffa molto divertente e riuscita, diretta con bravura dal giovane Luca Miniero e interpretata con classe divertita da Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini e Nando Paone. L’adattamento scritto da Massimo Gaudioso ricalca e parafrasa laddove serve, lisciando e addolcendo l’eccessivo schematismo della sceneggiatura originale soprattutto nei rapporti fra i vari personaggi. Per il resto, lo sceneggiatore di Gomorra si limita a convertire i vari elementi che caratterizzavano il Nord-Pas de Calais nel loro diretto corrispettivo cilentano (i formaggi puzzolenti diventano mozzarelle di bufala, i distillati alcolici e le birre corpose diventano caffè e limoncelli, mentre la tradizione dei carillon delle torri campanarie si converte nella pirotecnica barocca del folklore campano) e ad aggiungere qualche lieve elemento caricaturale sul razzismo leghista o di autoironia in merito allo stesso film di Garrone. Da parte sua, Luca Miniero aggiunge alla messa in scena piuttosto basica di Dany Boon un certo virtuosismo tecnico e uno spettro di colori più ampio e caldo, in linea con le tonalità della costa cilentana. Divertente anche “Figli delle stelle” di Lucio Pellegrini, in cui un precario “cronico” (Pierfrancesco Favino), un portuale di Marghera (Fabio Volo), un ricercatore universitario un po’ stagionato (Giuseppe Battiston), un’insicura giornalista tv (Claudia Pandolfi) ed un uomo appena uscito di galera (Paolo Sassanelli), delusi dalla loro vita, decidono di passare all’azione e rapire un ministro. La convivenza tra gli improbabili rapitori e l’incredibile politico condurrà ad un’esilarante e surreale fuga tra le splendide montagne della Valle d’Aosta. “Maschi contro femmenine” è la divertente commedia di Fausto Brizzi, una storia corale, o meglio un intreccio di tante storie, che racconta i pregi e, sopratutto, i difetti degli uomini all’interno dei rapporti con l’altro sesso. Ma i signori uomini non devono temere, a febbraio uscirà Femmine contro maschi, dove invece sarà il gentil sesso ad essere messo alla berlina. Eccellente il cast composta da Giorgia Wurth, Fabio De Luigi, Nicolas Vaporidis, Carla Signoris, Claudio Bisio, Lucia Ocone, Paolo Ruffini e bella la canzone di Francesco Baccini, con cui si apre il film. Di ben altro genere “Mammuth”, film a quattro mani di Benoît Delépine e Gustave de Kervern, con Gérard Depardieu, Yolande Moreau e Isabelle Adjani, in cui si racconta di un tipo grosso e poco loquace che tutti chiamano Mammuth e che lavora in un mattatoio. a appena compiuto 60 anni e i suoi colleghi gli hanno organizzato una piccola festa di addio perché sta per andare in pensione. Mammuth lavora da quando ha 16 anni e da allora non ha mai saltato un solo giorno di lavoro. Quando va a ritirare la pensione, gli viene detto che 6 dei suoi precedenti datori di lavoro non gli hanno mai versato i contributi e che spetta a lui provare che ha lavorato in tutti questi anni. Spinto dalla moglie, il nostro eroe inforca la sua vecchia moto, una Mammuth degli anni 70 a cui deve il suo soprannome, e decide di tornare sui luoghi della sua giovinezza. Durante il suo viaggio, incontra vecchi colleghi, amici e parenti persi di vista da anni. Poco a poco si rende conto che all’epoca tutti lo consideravano un imbecille e ciò lo porta ad un radicale cambiamento. Molto buono è anche il thriller “Salt”, di Phillip Noyce, con Angelina Jolie e Liev Schreiber, in cui un disertore accusa la protagonista di essere una spia russa sotto mentite spoglie e lei ne passerà di tutti i colori per dimostrare di essere fedele ai principi su cui ha giurato. Inizia così la sua fuga, forte dell’esperienza e dei contatti creati in tanti anni di lavoro come agente segreto. Dovrà dimostrarsi più furba dei suoi colleghi per evitare la cattura e proteggere il marito. Infine, ancora francese, “Uomini di Dio”, di Xavier Beauvois, che dopo aver vinto il “Gran Premio della giuria” allo scorso Festival di Cannes e dopo aver sbancato i botteghini francesi, rappresenterà la Francia agli Oscar. “Uomini di Dio” racconta i tragici eventi successi in Algeria nel 1996 , quando un gruppo di monaci sono stati massacrati dalla Jihad islamica. La storia si ambienta nel monastero sulle montagne del Tibhirine, in cui otto monaci anziani vivono serenamente con la popolazione musulmana locale. Si tratta di un piccolo, autentico gioiello, in cui Beauvois porta sul grande schermo una bellissima storia d’amore verso Dio e gli uomini, una storia di coraggio ma anche di grande umiltà. Senza condannare o criticare, il regista riesce a emozionare con i semplici canti religiosi dei suoi monaci, prima uomini fragili con i loro dubbi e le loro paure e poi come monaci, capaci di azioni coraggiose in nome dell’amore universale di Dio. I personaggi accolgono nel loro convento i bisognosi, anche se questi sono musulmani o terroristi. Beauvois regala una grande lezione di onestà e di pace in un mondo lacerato dagli odi e dalle guerre di religione. Un film di rara semplicità narrativa, di tempi dilatati e grandi silenzi, che costruisce un crescendo emotivo inarrestabile come la sorte dei monaci protagonisti, coerenti nel seguire la propria vocazione, umana e spirituale. Infine, per gli amanti del genere, “Paranormal Activity 2”, di Tod Williams, con Katie Featherston, Gabriel Johnson, Brian Boland, Molly Ephraim e Sprague Grayden. aranormal Activity è stato il fenomeno horror della passata stagione, caratterizzandosi per l’approccio da film reality e per il bassissimo costo di produzione. Questo seguito nasce da premesse produttive diverse, ma cerca di replicarne lo spirito attraverso una singolare commistione tra prequel e sequel. Carlsbad, California. I coniugi Kristi e Daniel Rey, accompagnati dalla figlia adolescente Ali – proveniente da un precedente matrimonio di Daniel – e dal neonato Hunter, oltre che dalla colf messicana Martine, si sono da poco insediati in una nuova casa quando sembrano vittima dell’opera di vandali che mettono sottosopra quasi ogni stanza pur senza rubare praticamente nulla. Preoccupato, Daniel fa installare una serie di telecamere di sorveglianza che riprendono tutto ciò che avviene in casa. Katie, la sorella di Kristi, viene spesso in visita assieme al fidanzato Micah: tutto sembra perfetto, ma alcuni strani fenomeni cominciano ad accadere, ripresi dal freddo occhio delle telecamere. Tra gli attori, spicca Molly Ephraim nel ruolo della figlia adolescente che nessuno bada. Il regista Oren Peli ha lasciato il posto a Tod Williams – che si era fatto notare qualche anno fa per The Door in the Floor con Jeff Bridges, un film di tutt’altro genere – e la produzione da indipendente è passata a una major (la Paramount): Williams fa un buon lavoro e la Paramount garantisce una confezione più oliata e meno spartana. In chiusura segnalo l’uscita, a fine novembre, di “La donna della mia vita”, di Luca Lucini, con Alessandro Gassman, Stefania Sandrelle e la ormai onnipresente Ludovini, storia di due fratelli Leonardo (Luca Argentero) e Giorgio (Alessandro Gassman) molto diversi tra loro. Tanto il primo e’ affidabile e sensibile, quanto il secondo e’ incostante e donnaiolo. A tenerli uniti e proteggerli ci pensa Alba (Stefania Sandrelli), una madre chioccia con la tendenza a controllare tutto, marito (Giorgio Colangeli) e figli inclusi. E ci riesce, almeno fino al giorno in cui Giorgio scopre che la nuova fidanzata del fratello non e’ altri che Sara (Valentina Lodovini), con cui ha avuto una delle sue turbolenti relazioni extraconiugali. A quel punto ogni cosa verra’ alterata: gli affetti, le relazioni, i comportamenti, e l’ordine (apparente) lascera’ il posto a un grande scompiglio.E come sempre, sara’ Alba a intervenire per riportare l’armonia in famiglia e lo fara’ non senza sorprese e colpi di scena.
Carlo Di Stanislao
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