Un niente segreto e invitante

Si intitola “I segreti del monte di Venere”, scritto da Duccio Canestrini, dedicato a quell’area femminile che per i cristiani apriva la porta dell’inferno (ma in molti l’hanno attraversata volentieri) e per le femministe è stata una rivendicazione di libertà. Nei secoli le donne l’hanno esposta per celebrare i funerali, convincere le piante a crescere […]

Si intitola “I segreti del monte di Venere”, scritto da Duccio Canestrini, dedicato a quell’area femminile che per i cristiani apriva la porta dell’inferno (ma in molti l’hanno attraversata volentieri) e per le femministe è stata una rivendicazione di libertà. Nei secoli le donne l’hanno esposta per celebrare i funerali, convincere le piante a crescere e gli uomini a scendere in guerra. I mariti gelosi non hanno esitato a metterla sotto chiave, facendo la fortuna dei bravi fabbri. Fattucchiere e levatrici hanno dispensato consigli per profumarla o rassodarla, stringerla o manipolarla, aprirla o cucirla. In Polinesia si dice che, infiammata, abbia dispensato il dono del fuoco; nel Togo girovagava libera e impudica alla ricerca di uomini e animali con cui accoppiarsi, finché uno scorpione la punse e la costrinse a rifugiarsi tra le gambe di una donna. Qui trovò riposo ma non pace: apprezzata, offesa, spesso temuta, non per questo evitata, la vagina continua a troneggiare al centro dell’immaginario collettivo. Dai miti fondativi della psicoanalisi alle vergini preistoriche ipertrofiche, dai gadget fallici delle culture primitive all’invenzione del vibratore per curare l’isteria femminile, dalla filosofia estetica della depilazione alla revirgination e all’infibulazione, Duccio Canestrini ci accompagna in un viaggio attraverso le epoche, i luoghi e le civiltà, alle radici dell’innata profondità femminile. Un “nulla coperto da una macchia di peli” – così la liquidava Pasolini – che pure non ha mai smesso di affascinare esperti, cultori e semplici appassionati che in lei omaggiano l’origine. E si parla anche dell’oggi, dell’incredibile aumento delle richieste di lipostruttura del monte di Venere o del lipofilling (l’inserimento di grasso) per reintegrarlo o modellarlo, nella parte adiposa posta sopra l’osso pubico. Le richieste, spiega l’Autore, sono trasversali per età e non sono esclusivo appannaggio delle donne over 40, ma anzi al ritocco intimo puntano molte donne tra i 20 e i 45 anni. Questo succede spesso per via delle nuove mode che mettono allo scoperto eventuali inestetismi: la depilazione totale dei genitali femminili, per esempio, ma anche la creazione di biancheria intima sempre più microscopica.
Ma esistono anche motivazioni meno effimere: Quando si fanno diete ferree e veloci non si tiene conto che il grasso presente nel monte di Venere non va via o crea inestetismi. Ed ecco che molte chiedono di toglierlo o di riempirlo. E, pare, che i risultati siano ottimi se le pazienti hanno una cute giovane e in salute. Resta da chiedersi, fra rimodellamenti e plastificazioni, quanto del mistero resti autentico nell’amore.

Carlo Di Stanislao

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