Entro fine secolo la maggior parte delle coste italiane potrebbe essere sommersa dall’acqua del mare, che potrebbe crescere fino a un metro e mezzo. Lo afferma uno studio coordinato da Fabrizio Antonioli dell’Enea, a cui hanno partecipato Kurt Lambeck, presidente dell’Accademia delle Scienze australiana e alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Lo studio ha preso in considerazione le previsioni per l’innalzamento delle acque elaborate dall’Ipcc – spiega Marco Anzidei dell’Ingv, che ha partecipato allo studio pubblicato dalla rivista Quaternary Research – e quelle, più pessimistiche, di Stefan Rahmstorf dell’università di Potsdam, ipotizzando gli effetti su 33 pianure costiere italiane”. Secondo l’Ipcc il livello del Mediterraneo crescerà entro fine secolo tra i 18 e i 28 centimetri, mentre l’ipotesi di Rahmstorf è che l’innalzamento varierà tra i 50 e i 140 centimetri. Se a queste cifre si sommano gli effetti dell’abbassamento del terreno dovuti ai diversi movimenti della crosta terrestre lo scenario è terribile: “Nella migliore delle ipotesi il mare crescerà di più di 18 centimetri, mentre nella peggiore si arriverà a più di un metro e mezzo – spiega Anzidei – se si pensa a certe coste italiane, come quella di Ostia, anche la variazione più piccola può provocare effetti disastrosi”. Tra le zone a rischio individuate dallo studio ci sono le coste della Versilia, il delta dell’Ombrone, la laguna di Orbetello, la costa di Roma, il Lazio meridionale, la costa del Volturno e del Sele, le aree lagunari di Venezia, Grado e Marano, le coste dell’Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo, i laghi di Lesina e Varano, le aree umide di Cagliari e Oristano e infine le oltre 400 km di coste tra Trapani e Catania. A ‘salvarsi’ invece potrebbero essere alcune coste di Calabria e Sicilia, che a differenza delle altre si stanno alzando per effetto dei movimenti tettonici. Per le aree più a rischio, aggiunge Anzidei, non basteranno i rimedi messi in atto oggi: “Già oggi le coste stanno diminuendo per effetto dell’erosione, ma anche di un certo innalzamento del mare – spiega l’esperto – ora si provvede con il ripascimento, ma con numeri così alti questo è un palliativo. Bisognerà spostare intere strutture per evitare che vengano danneggiate dal mare”. Lo stesso progetto ha esaminato la situazione di alcuni ‘vicini di casa’ del nostro paese, trovando risultati diversi: “Nel caso di Tunisia e Libia, ad esempio, la crescita del livello marino è minore perché gli effetti tettonici tendono a sollevare i due paesi – spiega Anzidei – mentre la Turchia è messa molto peggio, e ha già oggi delle aree una volta abitate finite sott’acqua”.
Ingv, rischio per le coste italiane
Entro fine secolo la maggior parte delle coste italiane potrebbe essere sommersa dall’acqua del mare, che potrebbe crescere fino a un metro e mezzo. Lo afferma uno studio coordinato da Fabrizio Antonioli dell’Enea, a cui hanno partecipato Kurt Lambeck, presidente dell’Accademia delle Scienze australiana e alcuni ricercatori dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Lo studio […]
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