Dilma e le altre

Si allunga la lista delle donne a capo del sub-continente amerindiano, con l’elezione di Dilma Rousseff a capo del Brasile, vincitrice nel ballottaggio con il 55% dei voti:  dieci punti in più del rivale conservatore José Serra. Dilma, nata borghese e con un passato da guerrigliera della Vanguarda Armada Revolucionária,  si è detta compiaciuta del […]

Si allunga la lista delle donne a capo del sub-continente amerindiano, con l’elezione di Dilma Rousseff a capo del Brasile, vincitrice nel ballottaggio con il 55% dei voti:  dieci punti in più del rivale conservatore José Serra. Dilma, nata borghese e con un passato da guerrigliera della Vanguarda Armada Revolucionária,  si è detta compiaciuta del fatto che per la prima volta una donna sia stata chiamata a dirigere il Paese e ha promesso che non sarà l’unica: “L’uguaglianza delle possibilità è un principio fondamentale della democrazia”; “Sì, la donna può”, ha concluso parafrasando l’obamiano “Yes we can”. Il nuovo Presidente (che assumerà l’incarico il primo gennaio prossimo) ha ricevuto le congratulazioni di Serra, il quale si è augurato che Dilma “governi per il bene del Paese” ed ha assicurato ai suoi sostenitori che “la lotta continuerà”. Molte le congratulazioni anche dell’Italia; dal presidente Napolitano che ha sottolineato il valore simbolico per le donne dell’accesso al potere della prima ‘presidenta’ brasiliana, fino a Nichi Vendola (“Il Brasile continua a crescere e a sperare”) e a Pierluigi Bersani (“Una vittoria limpida nel solco di Lula”). E così, nell’America Latina dove per decenni il potere era monopolio del ‘machismo’, oggi sono diverse le donne che occupano incarichi di prestigio, anche ai vertici dello Stato e delle istituzioni pubbliche. Donne con storie diverse ma tutte profondamente intense. Donne capaci e risolute in grado di guidare grandi paesi verso il progresso economico e sociale. br L’elezione della ex guerrigliera Dilma Rousseff a presidente del Brasile dà idealmente il cambio alla presidenza di Michelle Bachelet appena terminata in Cile. Intanto, sono capi di governo in Argentina e Costa Rica, rispettivamente Cristina Fernández de Kirchner e Laura Chinchilla Miranda. La neopresidente del Brasile Dilma Rousseff si è impegnata a intensificare la lotta contro la povertà senza rinunciare alla stabilità economica nella più grande nazione latinoamericana, a partire dal momento in cui prenderà potere l’1 gennaio prossimo. Rousseff, che ha basato la sua campagna elettorale sul proseguimento del lavoro del presidente uscente Luiz Inacio Lula da Silva, ieri ha vinto le elezioni in un Brasile che ha messo da parte i dubbi con l’obiettivo di portare avanti il successo economico. La neopresidente deve ora formare la sua squadra, uscendo dall’ombra di Lula di cui è l’erede, e prepararsi a governare il Paese alle prese con una serie di sfide, tra cui una valuta forte che sta danneggiando le esportazioni. Rousseff, 62 anni, ha reso omaggio a Lula nel suo discorso dopo la proclamazione della vittoria, e ha promesso di lavorare per estendere quella che ha definito una “nuova era di prosperità”. Ha anche detto che gli obiettivi della sua presidenza saranno lo sradicamento della povertà e il mantenimento della stabilità economica del Brasile. A caratterizzare le elezioni brasiliane c’e’ stato tra l’altro non solo il duello finale tra Dilma e Jose’ Serra, ma la nascita di un nuova star della politica nazionale: un’altra donna, e cioe’ l’ecologista amazzonica Marina Silva, che al primo turno un mese fa aveva avuto quasi il 20% dei voti, strappando un mare di voti alla Rousseff, con la quale ha per anni mantenuto un rapporto difficile politicamente e di antipatia sul piano personale. In Sudamerica, Dilma si trova a raccogliere il testimone dalle mani della cilena Michelle Bachelet, che all’inizio dell’anno ha concluso il suo mandato al palazzo della Moneda, e da qualche settimana ha avuto l’incarico di presiedere un organismo dell’Onu interamente dedicato proprio alle tematiche relative alle donne. In queste ore si e’ d’altra parte parlato molto di un’altra ‘presidenta’ sudamericana, Cristina Fernandez, che guida l’Argentina dalla Casa Rosada, rimasta vedova qualche giorno fa, dopo la morte del marito e predecessore, Nestor Kirchner.

Carlo Di Stanislao

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