Il nuovo panettone editoriale di Vespa

Si definisce “giornalista di strada”, ma sarebbe più coretto, anche se più imbarazzante, dirsi “giornalista di corte”. “Il cuore e la spada. 1861-2011’” in uscita il 5 novembre, è il titolo del suo ultimo libro (avrà raggiunto quota cento? ), composto da 482 pagine e che avrà un prezzo di copertina, dicono alla Mondadori, di […]

Si definisce “giornalista di strada”, ma sarebbe più coretto, anche se più imbarazzante, dirsi “giornalista di corte”. “Il cuore e la spada. 1861-2011’” in uscita il 5 novembre, è il titolo del suo ultimo libro (avrà raggiunto quota cento? ), composto da 482 pagine e che avrà un prezzo di copertina, dicono alla Mondadori, di 22 euro. Sul sito della casa editrice ancora il libro non compare, ma da quello che è trapelato, per questo nuovo lavoro  Vespa torna nella veste di storico e ci racconta una storia particolare, spiegandoci come e perché l’unificazione d’Italia sia rimasto un processo incompiuto. Il giornalista ripercorre il secolo appena passato attraverso le figure dei protagonisti: Cavour, d’Annunzio, Mussolini, De Gasperi, Andreotti, Berlusconi e tanti altri:  in sostanza, la storia dell’Italia, attraverso i suoi protagonisti. E se ufficialmente ancora  non esiste, è da tempo iniziata la pioggia di anticipazioni del libro-panettone, a partire dalla celebre frase di Berlusconi secondo cui andarsene nuocerebbe gravemente all’Italia.  Ed ora di fronte al profluvio di anticipazioni, è lecito chiedersi se resterà qualcosa da leggere nel libro. Avendo particolare considerazione del periodo di crisi e della relativa moria delle vacche. Sappiamo già, per grandi linee, ciò che dicono Prodi e Bossi, Casini e Fini e, pertanto, il resto non potrà essere di così grande interesse da spendere 22 euro che, davvero, non sono pochi. Anche perché le leccornie anticipatrici, ripetono un canovaccio già noto come, ad esempio, quello di Berlusconi che reitera: “Non credo che il presidente della Repubblica potrebbe mai consentire un rovesciamento del risultato elettorale con al governo chi ha perso le elezioni e all’opposizione chi le ha vinte. Sarebbe un rovesciamento della democrazia”.  E, sulle elezioni anticipate:  “Ci sono ovvie ragioni per sconsigliarle. In un momento di crisi economica globale come questo, da cui ancora non si è usciti, le elezioni produrrebbero un danno grave al Paese. Si scatenerebbe una campagna elettorale con forti contrasti tra le forze politiche e i cittadini si chiederebbero come mai invece di lavorare per uscire dalla crisi, i signori della politica si occupassero solo di litigare fra di loro. Si creerebbe una situazione davvero sconcertante”. E neanche una novità è la corte che il Cavaliere fa a Casini, infischiandosene dei divieti di Bossi, che pure è considerato “alleato leale”.  E, ancora, non è certo nuovo lo stop su una nuova legge elettorale, soprattutto sullo snodo essenziale delle preferenze di fatto annullate dall’attuale porcellum: “Il ritorno alle preferenze – dice Berlusconi nel libro anticipato- non farebbe vincere i migliori, ma quelli che hanno maggiori fondi a disposizione, rilanciando una forma di finanziamento della politica che è stata sempre criticata sul piano della legalità”. Già, ma con il sistema attuale i parlamentari vengono nominati dalle segreterie politiche, obietta il giornalista. “Non accadeva la stessa cosa – afferma il premier – con il sistema uninominale precedente?” Risapute sia le domande che le risposte e risaputo anche quanto scaturisce dalla conversazioni con gli altri contemporanei. Quanto ai grandi del passato,  molto meglio e più dettagliato ed originale (fra l’altro ad un prezzo molto più basso) “Controstoria dell’Unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento” di Gigi di Fiore  (edito dalla BUR) o, ancor di più, “Non è il paese che sognavo. Taccuino laico per i 150 anni dell’Unità d’Italia”, scaturito da un colloquio fra Carlo Azelio Ciampi e  Alberto Orioli, dove il presidente emerito guarda all’Italia di oggi nella prospettiva dei valori che hanno guidato i patrioti del Risorgimento prima e i padri costituenti poi. Ma forse, proprio perché, come afferma Ciampi, l’Italia dopo un secolo e mezzo, dal  sogno visionario di un manipolo di eroi,  si è trasformata nel Paese della politica senza valori e senza ideali; della degenerazione dell’etica pubblica e della convivenza civile, va benissimo Vespa come cantore. E allora, forse, conviene spenderli 22 Euro, per vedere come il cantore dei “principi”, racconta i motivi del declino economico, delle ideologie secessioniste, degli scandali, dei conflitti personali inconcludenti e dei conflitti d’interesse mai conclusi. Ma, chiudiamo con una buona notizia, dataci attraverso il suo sito da Arnoldo Tavernese, il 21 ottobre scorso. Se si deve (obtorto collo), comperare e leggere il libro di Vespa, possiamo almeno rifiutare l’invio del libro di Silvio “Due anni di governo”, con una procedure semplice ed un modulo scaricabile da: http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp. In breve, questo il testo da inviare alla Presidenza del Consiglio, Roma. “Con riferimento all’annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro “Due anni di governo”, mi preme comunicarVi che non desidero assolutamente riceverlo, essendo un mio diritto in base al Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei dati personali, nella fattispecie articolo 7 comma 4b, e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero della Sanità. Ringraziando per l’attenzione porgo distinti saluti. (firma)”. La richiesta (sul sito indicato), può anche essere inviata via mail, con buona pace della PEG di Brunetta.

Carlo Di Stanislao

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