Croce e svastica

Secondo il rabbino di Roma, Riccardo Di Segni, lo sceneggiato “Sotto il cielo di Roma” su Pio XII andato in onda il 31 ottobre ed il 1° novembre sera su RaiUno è “una patacca, un film di propaganda”. Lo sceneggiato prodotto dalla Lux Vide racconta i mesi dell’occupazione nazista nella capitale concentrandosi sul periodo tra […]

Secondo il rabbino di Roma, Riccardo Di Segni, lo sceneggiato “Sotto il cielo di Roma” su Pio XII andato in onda il 31 ottobre ed il 1° novembre sera su RaiUno è “una patacca, un film di propaganda”. Lo sceneggiato prodotto dalla Lux Vide racconta i mesi dell’occupazione nazista nella capitale concentrandosi sul periodo tra il luglio del 1943 e il giugno del 1944, un momento molto difficile e tragico per la comunità ebraica romana, vittima delle angherie e delle deportazioni decise dagli ufficiali nazisti. All’epoca il Vaticano mantenne una posizione ambigua, cercando di aiutare per quanto possibile gli ebrei in città senza però assumere particolari posizioni ufficiali contro l’occupante nazista. A causa di questa ambiguità di fondo e delle molte cautele da parte del Vaticano, da quasi settant’anni gli storici si dividono sulla figura del papa di allora, Pio XII, e sul suo atteggiamento nei confronti dell’Olocausto. Ma, sul tema, c’è un bel libro pubblicato da Lindau nel 2009, “La croce e la svastica. La vera storia dei rapporti fra la chiesa ed il nazismo”, scritto da Luciano Garibaldi, giornalista professionista dal 1957,  che nella lunga carriera è stato inviato speciale, caporedattore e vicedirettore di quotidiani (“Corriere Mercantile”, “La Nazione”, “Roma”, “Il Giornale”, “La Notte”) e settimanali (“Tempo”, “Gente”).
Il primo religioso tedesco a finire in un lager fu il gesuita Josef Spieker. In una predica a Colonia, nel 1934, aveva esclamato: “La Germania ha un solo Führer ed è Cristo!”. Il primo a essere eliminato dai nazisti fu monsignor Bernhard Lichtenberg, arciprete della cattedrale di Berlino: aveva pregato assieme a un gruppo di ebrei. Non fu che l’inizio di una sfida senza equivoci che si concluse con il sacrificio di quattromila sacerdoti e religiosi cattolici. Alla guida di questa eroica impresa, due grandi pontefici: Pio XI e Pio XII. Nel suo libro Luciano Garibaldi racconta la vera storia dei rapporti tra la Chiesa e il Nazismo chiudendo definitivamente la disputa sui presunti silenzi di Pio XII, il papa che Reinhard Heydrich – il promotore della “soluzione finale del problema ebraico” – in un rapporto segreto definì “schierato a favore degli ebrei, nemico mortale della Germania e complice delle potenze occidentali”.
Sono molte le vicende puntualmente ricostruite da Luciano Garibaldi in queste pagine avvincenti: a cominciare dalla testimonianza del generale Karl Wolff, il comandante delle SS in Italia, che ricevette da Hitler l’ordine di arrestare Pio XII e trasferirlo nel Liechtenstein, ma riuscì, in maniera romanzesca, a vanificare quel progetto, meritandosi l’assoluzione a Norimberga. E poi i due enigmi che ancora accompagnano Claus Von Stauffenberg, l’ufficiale che il 20 luglio 1944 tentò di uccidere il Führer: se cioè sia vero che il colonnello, fervente cattolico, prima di collocare la bomba si confessò dal vescovo di Berlino, ne ottenne l’assoluzione e si comunicò; e se si possa affermare che il Vaticano fu preventivamente informato dell’Operazione Valchiria. E ancora: la fiera opposizione del vescovo Clemens Von Galen, il «leone di Münster», la rivolta ideale di Sophie Scholl e dei suoi compagni della “Rosa Bianca”, la resistenza delle donne tedesche che si batterono per la fede e la carità contro l’antisemitismo nazista, la leale difesa compiuta da non pochi ebrei, anche famosi, di Pio XII, un papa ingiustamente diffamato; e infine, per una informazione completa e obiettiva, la storia di sacerdoti e monsignori che si schierarono a fianco di Hitler.

Carlo Di Stanislao

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