E’ morto ieri a Los Angeles, dove viveva, il produttore cinematografico Dino De Laurentis, vincitore di due Oscar (per “La strada” e “Le notti di Cabiria”) e di un Leone D’Oro (lo scorso anno) alla carriera. Aveva 91 anni e nel 1948 con Carlo Ponti aveva costituito la Ponti-De Laurentis, che ha realizzato il primo film italiano a colori, “Totò a colori” (1952) per la regia di Steno. Poi, separatosi da Ponti, fondò gli studi di Dinocittà vicino Roma e, trasferitosi negli USA, ha prodotto pellicole di grande successo, come “I tre giorni del Condor” di Sidney Lumet, “Il giustiziere della notte” di Michael Winner (1974, con Charles Bronson), i remake di “King Kong” di John Guillermin (1976) e di “Il Bounty” di Roger Donaldson (1984, con Mel Gibson) oltre a “L’anno del dragone” di Michael Cimino. Tra le pellicole più recenti, “Hannibal” di Ridley Scott. Con de Laurentiis se ne va uno dei personaggi più importanti della storia del nostro cinema, capace di produrre una lista sterminata di titoli che hanno fatto la storia della cinematografia italiana, ma anche in grado una volta lasciata l’Italia di farsi valere nell’uninverso dorato di Hollywood, dove De Laurentiis ha continuato per anni a sfornare successi di cassetta e film cult. Da “Riso Amaro” (1948) di Giuseppe De Santis a “Napoli milionaria” (1950) di Eduardo De Filippo, da “Dov’è la libertà?” (1954) di Roberto Rossellini a “Miseria e nobiltà” (1954) di Mario Mattoli e “La grande guerra” (1959) di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, quest’ultimo Leone d’Oro a Venezia, il produttore ha segnato nella prima parte della sua carriera il nostro cinema. Stimato a Hollywood, voglioso da sempre di pensare in grande, Dino De Laurentiis si scopre negli anni ’50 un vero tycoon hollywoodiano imprigionato in Italia. Allora porta a Cinecittà King Vidor per Guerra e Pace (1956), valica i confini con Lattuada e la sua Tempesta, ingaggia Anthony Quinn per fare Barabba (1961), convince John Huston a firmare un kolossal come La Bibbia (1966), fonda gli studi di Dinocittà sulla via Pontina; finalmente si convince al “grande salto” e dal 1972 emigra negli Stati Uniti fondando il suo personale Studio. Nella sua lunga vita De Laurentiis si è sposato tre volte e per i suoi 90 anni, l’8 agosto dello scorso anno, riunì la tribù di figli e nipoti, con il produttore Aurelio arrivato dall’Italia. Incontrò la prima moglie Bianca all’indomani della guerra mondiale. Le cose andarono diversamente con la sua scoperta, Silvana Mangano, ex finalista a Miss Italia, nata mondina sul set di Riso Amaro, sposata con Dino nel 1949 e poi levigata a dama di gran classe fino all’eterea apparizione in Morte a Venezia e Ludwig per Luchino Visconti.
Carlo Di Stanislao
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