Sempre più politici sentono il dovere di commentare la vicenda, spesso in modo indegno. Per Cicchitto “Saviano sta distribuendo veleni”, per Quagliarello addirittura “è probabile che le affermazioni di Roberto Saviano siano frutto di uno stato di alterazione psicologica dovuto a una evidente ubriacatura di se stesso” e il ministro Frattini giunge ad ipotizzare uno “scudo alle vittime di calunnia”; magari da utilizzare prima ancora che il “calunniatore” possa aprir bocca. Il secco no al ministro Maroni che aveva chiesto di essere ospitato a “Vieni via con me” non è piaciuto alle gente di sinistra, quella stessa che storce il naso nei confronti di Saviano, bravo ed coraggioso quando si tratta di mafia, ma del tutto scorretto ed esecrabile su altri temi (ad esempio la questione di Gaza). Ma, a pochi giorni dalla puntata n. 2 della bella e fortunata (9 milioni di spettatori, due in più dell’esordio) trasmissione, il dossier della Direzione Investigativa antimafia da ragione al giornalista casertano, testimoniando l’intromissione della ‘ndrangheta negli appalti lombardi attraverso “pubblici amministratori locali” e tecnici del settore edilizio. E, anche e Maroni e la Lega dichiarano smentite, il dossier ci dice che con la loro opera questi amministratori avrebbero davvero pilotato le assegnazioni degli appalti. Gli investigatori hanno sottolineato “come la consolidata presenza in alcune aree provinciali di sodali di storiche famiglie di ‘ndrangheta, abbia influenzato la vita economica, sociale e politica di quei luoghi”. Il settore più “interessante” per le cosche è quello edile, in cui l’attenzione “delle compagini criminali si è lentamente ma costantemente espansa”. “In questo scenario – scrive nel dossier la Dia – si è visto il coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore, che, mantenendo fede ad impegni assunti con talune significative componenti, organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato l’assegnazione di appalti ed assestato oblique vicende amministrative”. Il documento, in un altro passo, prosegue: “In Lombardia le emergenze info-investigative hanno confermato la progressiva e costante evoluzione della ‘ndrangheta che, ben radicata da tempo nel territorio, interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi muovendo su due sostanziali filoni di penetrazione: quelli del consenso e dell’assoggettamento. Tali tattiche di coinvolgimento – nota ancora la Direzione Investigativa Antimafia – da un lato trascinano con modalità diverse i sodalizi nelle attività produttive e dall’altro li collegano con ignari settori della pubblica amministrazione che possano favorirne i disegni economici”. A sostegno di questa tesi, gli investigatori citano l’operazione “Parco Sud”. “La mafia imprenditrice calabrese” è riuscita ad infiltrarsi, prosegue ancora la Dia, “mediante propri e sfuggenti ‘cartelle di imprese’” nel sistema “degli appalti pubblici, del combinato settore del movimento terra e, per taluni segmenti dell’edilizia privata, segnatamente il multiforme compartimento che provvede alle cosiddette ‘opere di urbanizzazione'”. Hanno un bel dire che Saviano è sospetto perché, poco tempo fa, intervistato da Panorama, giornale della Mondadori, la stessa casa Editrice che pubblica i suoi libri aveva una ben altra opinione sulla Lega Nord ed oggi pare abbia cambiato idea per le sue dichiarate simpatie verso Fini. Quello che Saviano dice è sempre documentato e confermato anche da organi istituzionali. Lunedì sera, forse anche a Bossi è andata di traverso la cena, così come al ministro dell’Interno star dell’antimafia Roberto Maroni, a seguito degli accenni di Roberto Saviano su come si stanno muovendo le cosche mafiose al Nord, soprattutto attraverso numerosi tentativi di contatti con politici locali; tra cui molti leghisti. Certamente ad alcuni di sinistra non è andata giù che sia stato invitato Fini assieme a Bersani e che Saviano, in fondo, piace molto più dei leader dei loro decotti partiti. Ma a 9 milioni di italiani l’intervento di Saviano è piaciuto e, credo, è solo questo che davvero conta.
Carlo Di Stanislao
Saviano non ha detto nulla di nuovo.
I clan stanno con chi comanda, e poiché al Nord comanda la Lega è evidente che i corrotti sono gli amministratori leghisti.
A Sud, i corrotti non sono forse ammistratori PD e/o PDL?
La Lega si è risentita perche’ è stata detta la verità in TV davanti a 9 milioni di elettori che potrebbero cambiare idea sulla “Lega Immacolata”
La cosa strana è invece queste “strane coincidenze”: non è la prima volta che succede che ogni qual volta si apre una polemica sulla mafia il giorno dopo si arresta un super-latitante.
Pura coincidenza?
Ma Saviano non ha mai parlato di Gaza. Ha solo elogiato la vitalità, la varietà, le innovazioni tecnologiche di Israele. Cose tutte verissime ed estremamente corrette.
Perché si deve infilare Gaza dappertutto come il prezzemolo?
Come se, parlando dell’Italia, si dovrebbe sempre e comunque nominare anche l’Austria di cui abbiamo occupato il SudTirolo. Semplicemente assurdo!