“La logica dei requisiti minimi imposta dal Ministero alla Pubblica Istruzione, ancora prima del Ddl Gelmini, rischia di strangolare facoltà più piccole come la nostra”. Lo ha detto il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università dell’Aquila, Giannino Di Tommaso, nel corso di un’assemblea pubblica promossa dall’Unione degli universitari. Studenti e professori contestano il progetto di “dismissione strategica della pubblica formazione, i cospicui tagli al Fondo di finanziamento ordinario, oltre alla dequalificazione dell’offerta formativa”. “Già la situazione difficile del terremoto – ha aggiunto Di Tommaso – rende il nostro ateneo ben vulnerabile, tra il decreto Gelmini e i provvedimenti legislativi che fissano i criteri si rischia di soccombere. Non serve che ci dicano di chiudere – ha proseguito -, qui siamo già a un passo dal baratro”. Di Tommaso ha comunque rilanciato l’intenzione della facoltà di proseguire nel progetto di insediamento nel centro storico, da realizzarsi entro l’anno prossimo nella zona dell’ex ospedale “San Salvatore”. Per l’occasione si pensa di realizzare ex novo dei locali per la biblioteca.
Università dell’Aquila, facoltà di lettere a rischio
“La logica dei requisiti minimi imposta dal Ministero alla Pubblica Istruzione, ancora prima del Ddl Gelmini, rischia di strangolare facoltà più piccole come la nostra”. Lo ha detto il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università dell’Aquila, Giannino Di Tommaso, nel corso di un’assemblea pubblica promossa dall’Unione degli universitari. Studenti e professori contestano il progetto […]
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