Diventano concreti i tagli per il 2010 previsti dalla manovra di luglio: 1,5 miliardi in tutto per i Comuni italiani con più di 5 mila abitanti, con quelli del Sud che saranno in assoluto i più colpiti. L’analisi dettagliata degli effetti dei “tagli lineari” del governo” è trattata oggi dal Sole24Ore, che parte dalla mancata volontà del governo di accogliere le proposte dell’Anci per una ripartizione più equa dei tagli. Il decreto che stabilisce invece la sforbiciata basandosi solo sulla riduzione percentuale degli attuali trasferimenti aspetta solo la firma del ministro dell’Interno Roberto Maroni.
In linea generale, il taglio consisterà nella riduzione dell’11,2% dei trasferimenti per il 2010, dal quale viene escluso lo 0,69% della compartecipazione Irpef. Ci sono ancora alcune piccole voci da consolidare (ad esempio i 200 milioni riconosciuti a chi ha rispettato il Patto di stabilità e i calcoli definitivi per le compensazioni Ici), ma il quadro è già abbastanza definito: i tagli peseranno a Roma per 146 milioni, a Napoli per 72 milioni, a Milano per circa 56 milioni, a Torino per 41.
Considerato il numero degli abitanti di ogni città, la stretta va a danneggiare soprattutto il Sud: Napoli pagherà 75 euro a cittadino, Palermo 58, Catania e Messina 54. A milano, invece, il conto si ferma a 43 euro per abitante, e a Brescia scende ancora fino a 29 euro circa.
Il meccanismo è semplice quanto iniquo: le città che ricevono maggiori trasferimenti dallo Stato, ovvero quelle con maggiori difficoltà nel reperimento di risorse a causa delle situazioni peculiari dei propri territori (disoccupazione, minor numero di abitanti, ecc…) saranno le più danneggiate. (mv)
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