E’ partita alle 10 la “24 ore no stop” promossa dall’associazione “309 martiri dell’Aquila” per raccogliere testimonianze, documenti, contributi originali e pareri scientifici tesi ad accertare se vi siano state responsabilità nei giorni antecedenti la scossa di terremoto del 6 aprile 2009. Documenti che, nelle intenzioni degli organizzatori, potrebbero configurarsi come una sorta di “wikileaks” del terremoto. L’iniziativa, dal titolo “Cahiers de Doleances”, è in corso alla nuovissima struttura di “Casa Onna”, nella frazione di Onna, alla porte del capoluogo. Il dibattito in giornata si articolerà in tre sessioni: nella prima saranno illustrate tesi scientifiche sulla prevenzione sismica, nel pomeriggio, la seconda sessione mirerà ad accertare eventuali responsabilità giuridiche e politiche nel “mancato allarme”. A seguire, sarà la volta dei giornalisti di testate italiane che cercheranno di ricostruire l’informazione nei giorni immediatamente antecedenti il sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese. Durante la notte ci sarà un microfono aperto per consentire ai cittadini di lasciare le loro testimonianze nel ricordo di quei giorni. Tra i primi documenti letti questa mattina, un articolo in cui il presidente dell’Ingv, Enzo Boschi, nel 1995 indicava la probabilità di un evento sismico in Abruzzo di magnitudo superiore a 5.9.
“I segnali dei mesi precedenti la scossa del 6 aprile 2009 non andavano ignorati”. E’ questa la conclusione che accomuna le tesi scientifiche della prima sessione della maratona “Cahiers de Doleances”, in corso all’Aquila, nella frazione di Onna, per raccogliere documenti in modo da capire se vi siano responsabilità politiche, amministrative e giuridiche nei giorni antecedenti il sisma. Divergenze nascono in merito alla possibilità di prevedere i terremoti. Il fisico sismologo Gaetano De Luca, il collega Cristian Del Pinto e il geologo Gianluca Ferrini, hanno dichiarato che, allo stato attuale, non esiste un metodo per prevedere con esattezza i grandi terremoti e “anche se fosse possibile – ha sottolineato Del Pinto – l’unica risposta concreta sarebbe solo la prevenzione sismica nelle costruzioni e nei piani di protezione civile”. Il tecnico di ricerca Giampaolo Giuliani, presente tra il pubblico e noto per i suoi studi che vedono nel radon un valido precursore sismico, è intervenuto rilanciando la necessità di monitorare costantemente i fenomeni sismici. “Senza chiamare in causa le mie ricerche sperimentali – ha spiegato -, solo le conoscenze del fenomeno sismico maturate al momento in cui si è riunita la Commissione grandi rischi erano sufficienti per dare un messaggio diverso: ci dissero ‘non preoccupatevi’, quando invece bisognava dire ‘fate attenzione perche’ ci sarà un terremotò. Il terremoto – ha concluso – si poteva prevedere in tanti altri modi, non necessariamente attraverso questa ricerca che porto avanti da solo”
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