È la prima volta che l’indagine “Abitudini e Stili di vita degli adolescenti”, della Società italiana di pediatria (Sip), registra un sorpasso del web sulla televisione, con un protagonismo assoluto di Facebook, social network in cui il 67% degli intervistati ha creato un proprio profilo. I dati, elaborati su un campione nazionale di 1300 studenti delle scuole medie inferiori di età compresa tra gli 12 e i 14 anni, indicano che il superamento della tv come elemento dominante del tempo libero dei ragazzi è ormai netto: nella precedente edizione il 22% dei ragazzi intervistati guardava più di tre ore al giorno di televisione, percentuale scesa al 15,3% contro il 17,2% che invece passa più di tre ore su internet. L’uso del social network più famoso ha avuto un incremento rispetto al 2008, quando solo una minoranza lo utilizzava e rispetto allo scorso anno (+35%) quando era il 50% del campione a esserne utente registrato. Una tendenza che rispecchia ciò che accade nelle fasce di età successive, dal momento che un’indagine dell’Australian psychological society, segnala che il 97% dei giovani nella fascia 18-30 anni è iscritto a un social network per mantenere un contatto regolare con amici e familiari o con persone che vivono lontane. L’indagine Sip indica che Facebook ha avuto maggior successo tra le ragazze (68,7% vs 65.8 dei maschi) e su istant messenger e sui blog, che nel 2009 andavano di moda tra il 41,2% dei ragazzi, mentre oggi solo il 17% alimenta un proprio blog. In generale, si direbbe che le attività principali per le quali gli adolescenti si collegano in internet sono le ricerche su Youtube e l’uso di chat mentre è sempre meno comune la “ricerca di informazioni” per studio. Si confermano, inoltre, altre tendenze in atto da alcuni anni: tv e personal computer si trovano nella stanza da letto di più della metà degli intervistati e oltre il 20% naviga su internet fino a tarda sera prima di andare a dormire e la tv continua a essere guardata durante i pasti (86%) o per giocare con videogiochi (80% per lo più maschi). Questo uso sempre più privato del mezzo si associa a una maggiore diffusione di comportamenti a rischio: oltre il 16% (contro il 12,8% del 2009) dichiara di aver dato il proprio numero di telefono a uno sconosciuto, e il 24,6% (contro il 20,7% del 2009) non ha esitato a inviare una sua foto. Ma è nelle regioni del Sud Italia che il fenomeno assume proporzioni maggiori, dove quasi un adolescente su tre dichiara di aver dato informazioni personali, come il proprio numero e di telefono e l’indirizzo della scuola, a sconosciuti, in genere coetanei, ma in alcuni casi, rari, anche adulti. «Si tratta un fatto positivo perché Internet è una straordinaria finestra sul mondo, con un enorme potenziale di arricchimento culturale e di crescita, soprattutto se rapportato a ciò che oggi propone la televisione» ha commentato Alberto Ugazio, presidente della Sip «ma tutto dipende da come si usa. Se il web viene usato prevalentemente per chattare, per sostituire ai rapporti reali una comunicazione virtuale, se aumentano sul web i comportamenti potenzialmente a rischio, allora sorge qualche dubbio su questo sorpasso. Che inevitabilmente chiama in causa la famiglia. Curiosità, desiderio di conoscenza, capacità di distinguere bene e male sono valori da insegnare nell’infanzia, nei primissimi anni di vita, perché quando si arriva a 12-14 anni diventa molto più difficile. Un bambino che ha assimilato questi valori sarà molto probabilmente un adolescente che saprà prendere il meglio dal web.
Carlo Di Stanislao
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