Incassata la fiducia, Berlusconi deve subito concentrarsi sul dopo. I tre voti di vantaggio alla Camera gli hanno dato ragione, ma non la tranquillità. Per questo, dopo aver riferito al capo dello Stato, dice di voler tentare un “allargamento della maggioranza”. E fa capire che punta a sottrarre truppe a Fini, col quale non vuole più avere niente a che fare. Pensa anche all’Udc: con Casini la partita è ancora aperta, anche se il leader dei centristi continua a dire no. Per convincerlo, il premier apre all’ipotesi di “crisi pilotata”.
“Nessun veto della Lega all’Udc”. Ottenuto il voto di fiducia del governo, Bossi fa l’ultimo tentativo per ‘incassare’ subito la riforma federale con un’apertura a sorpresa ai centristi di Casini. Un tentativo per non vanificare il lavoro di questi mesi ma senza rinunciare all’opzione del voto anticipato. La Lega non vuole “maggioranza risicate” perché “con tre voti in più – spiega il ministro Calderoli – mangi il panettone ma non la colomba”. Insomma, sintetizza il ministro Maroni, “o si allarga la maggioranza o si va al voto”.
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