In totale circa 20 mila persone hanno manifestato in Grecia, tra Salonicco e Atene, dove l’ingresso della Banca centrale e’ stato ricoperto di vernice rossa e le serrande dei negozi di scritte contro il voto al Parlamento di leggi che liberalizzano il mercato del lavoro e apportano tagli ai salari nel settore privato e nelle imprese pubbliche. Costis Hadzidakis, un deputato ed ex ministro di destra, e’ stato picchiato dai manifestanti ad Atene e la polizia ha fatto uso di lacrimogeni, dopo il lancio di bombe molotov da parte di manifestanti contro due hotel di lusso nella centrale piazza Sygma davanti al Parlamento. Nel frattempo, sempre ieri, il Parlamento ha approvato riforme e tagli di spesa, condizione per ottenere un prestito di 110 miliardi di euro da Ue e Fondo Monetario Internazionale. Il Parlamento ha concordato di adottare riforme impopolari nel campo del lavoro, compresi tagli ai salari nel settore statale dei trasporti pubblici ed un indebolimento del potere di contrattazione collettiva, con accordi a livello aziendale che possono diventare prevalenti. Come conseguenza dell’approvazione della legge è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore, a cui hanno aderito i sindacati dell’Adedy, dei dipendenti pubblici, della Gsee, dei lavoratori del settore privato e del Pame, vicino al Partito Comunista. Il primo ministro greco George Papandreou ha espulso uno degli esponenti della formazione parlamentare socialista per non aver sostenuto il governo al voto. Ma il partito al governo gode ancora di una maggioranza solida di 156 deputati sui 300 seggi del Parlamento. E mentre il popolo greco manifesta la sua insostenibile disperazione, poche ore fa, Radio Vaticano, ci informa che si è fatta molto critica la situazione per migranti e richiedenti asilo nelle strutture di detenzione nella regione greca di Evros. Medici senza Frontiere ha chiesto al governo di Atene misure immediate per garantire condizioni di accoglienza dignitose per i migranti. Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici senza Frontiere Italia, in una sua intervista, ha ricordato alla comunità internazionale che, attraversano il fiume Evros, quasi 300 persone al giorno fra richiedenti asilo e migranti. In questa situazione tutto il sistema di accoglienza della regione greca, al confine con la Turchia, è crollato. Le condizioni delle persone nei centri sono disumane e parliamo di regioni dove fa molto freddo, dove le temperature sono al di sotto dello zero. Durante una valutazione effettuata nel mese di novembre in due centri di detenzione (Venna, Fylakio) e in trestazioni di polizia di frontiera (Soufli, Tychero e Feres), MSF ha documentatole condizioni dure e disumane in cui vengono tenuti i migranti trattenuti. Molte delle strutture sono sovraffollate e operano con una capacità due o tre volte superiore alle loro possibilità. A causa della mancanza di spazio, uomini, donne, giovani e minori non accompagnati vengono tenuti insieme nelle stesse celle. Molti dormono sul pavimento accanto alle toilette.Strutture di detenzione capaci di ospitare più di 100 persone hanno soltanto due toilette e due docce e manca il materiale per la pulizia e l’igiene personale. Nonostante la presenza dello staff medico del Ministero della Sanità in molte strutture (inclusi medici, infermieri e uno psicologo),i servizi medici sono ancora inadeguati per le esigenze dei detenuti a causa del numero insufficiente di medici, l’assenza di interpreti e la mancanza di uno screening medico dei nuovi arrivati. In più, migranti e richiedenti asilo ricevono informazioni scarse o nulle sul loro status legale e sul sistema di detenzione.
Carlo Di Stanislao
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