Un voto del Consiglio di sicurezza dell’Onu ha virtualmente riconsegnato al governo iracheno la piena proprietà dei giacimenti di petrolio e di gas del paese, oltre che ovviamente la piena disponibilità degli introiti derivanti. La risoluzione approvata ieri a New York, negli Stati Uniti, elimina le sanzioni imposte quando era ancora al potere Saddam Hussein e rientranti nell’ambito del programma noto con il nome di ‘petrolio in cambio di cibo’ (‘oil for food’ nella trascrizione ufficiale in lingua inglese). Anche la Cooperazione italiana in Iraq ha sempre lavorato nella prospettiva di restituire al popolo iracheno, non appena possibile, la gestione delle proprie amministrazioni. L’impegno finanziario italiano per la ricostruzione civile dell’Iraq, nel periodo 2003-2008, supera i 270 mln di euro (di cui circa 60 attraverso il canale multilaterale).
Tra le diverse iniziative che hanno coinvolto istituzioni, associazioni, realtà imprenditoriali italiane e irachene 115 sono i progetti portati avanti sotto l’etichetta ”L’Italia per l’Iraq”, la cui attività, in accordo con le autorità locali, viene coordinata dal ministero degli Affari esteri mediante una specifica ”Task Force Iraq”, che prima era parte della Direzione Generale per i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente e ora della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo, che si avvale sul territorio della collaborazione di esperti a Nassiriya ed Erbil.
I numerosi progetti interessano i seguenti settori: sostegno istituzionale: 26 progetti; sanità: 8 progetti; formazione: 32 progetti; beni e attività culturali: 21 progetti; infrastrutture: 16 progetti; agricoltura e territorio: 5 progetti; attività a impatto immediato: 7 progetti. Attualmente un grande sforzo di ricostruzione e riabilitazione del paese è affidato a un organismo appositamente creato, L’Unità di Sostegno alla Ricostruzione da cui dipendono 78 progetti per un valore complessivo 42,7 mln di euro.
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