Natale (e le altre feste) al cinema

Al solito il Natale riempie i cinema di titoli. Dall’America arrivano  “The Tourist”, il tanto atteso giallo che vede protagonisti la Jolie e Depp, diretto dal regista rivelazione Florian Henckel von Donnersmarck, definito un giallo-rosa, dalle tinte comunque un pò scolorite, che parte bene e finisce in modo banale e “American Life”, nuova pellicola dell’autore […]

Al solito il Natale riempie i cinema di titoli. Dall’America arrivano  “The Tourist”, il tanto atteso giallo che vede protagonisti la Jolie e Depp, diretto dal regista rivelazione Florian Henckel von Donnersmarck, definito un giallo-rosa, dalle tinte comunque un pò scolorite, che parte bene e finisce in modo banale e “American Life”, nuova pellicola dell’autore di “American Beauty”, commedia ben fatta e per tutti, che ha già riscosso un grande consenso in Patria. Ed arriva anche, “Hereafter”,  particolare  visione dell’Aldilà, ed ennesimo capolavoro firmato Clint Eastwood, accolto trionfalmente al Torino Film Festival, con Matt Damon e l’attrice belga Cécile de France, che nel film interpreta, Marie, una giornalista francese rimasta vittima di uno tsunami in Indonesia,  che decide di scrivere un libro in cui racconta la sua esperienza personale, la sua ‘escursione’ nell’Aldilà avvenuta durante l’inondazione, attimi sospesi tra la vita e la morte. Hereafter è sicuramente uno dei lavori più pericolosi, rischiosi e coraggiosi dell’enorme regista americano. Le domande che il film pone sono delicatissime e difficili: cosa c’è dopo la morte? E come si può sopravvivere sentendo la mancanza di qualcuno o dopo aver vissuto da vicino l’esperienza di trovarsi la morte vicinissima? Seguendo tre storie in modo incrociato, senza che i protagonisti principali si incontrino per un bel po’ di minutaggio, Eastwood, su una sceneggiatura di Peter Morgan (visto a Torino con un altro film scritto da lui, “I due presidenti”, uscito nei giorni scorsi in Italia), continua innanzitutto un discorso che prosegue per tutti i suoi film: sposare innanzitutto il punto di vista umano.  Vero trionfatore al box office americano, giunge dagli States anche un remake da 18 milioni di dollari: “Tron Legacy”, scritto da Edward Kitsis e Adam Horowitz e primo capitolo di una possibile, futura trilogia. Diretto dall’esordiente Joseph Kosinski, (il regista del primo film del 1982 era Steven Lisberger), prodotto da Steven Spielberg, vede Jeff Bridges e Bruce Boxleitner che riprendono i loro ruoli; mentre Garrett Hedlund è  il figlio adulto di Kevin. Tra gli altri nel cast artistico appaiono: Olivia Wilde, Beau Garrett e John Hur. In seguito al successo ricavato da Tron, che dopo l’uscita cinematografica era diventato un vero e proprio film culto del genere, si è speculato a lungo della realizzazione di un seguito nel corso degli anni ’90. Dopo ricorrenti indiscrezioni puntualmente smentite o rivelatesi false, il 29 luglio 1999, il sito web ZDNet News riportò che effettivamente la Pixar stava considerando l’idea di un seguito o un rifacimento del film originale. Dopo l’annuncio di ZDNet News, molte delle notizie trapelate in rete concernenti un seguito di Tron e la sua produzione si sono rivelate false. Al fine di convincere la Disney a dare semaforo verde all’opera, Kosinski aveva sviluppato appositamente un breve filmato in Disney Digital 3D e IMAX 3D sul film, intitolato provvisoriamente TR2N, che è stato poi presentato come un trailer preliminare all’edizione 2008 del Comic-Con di San Diego, con tanta sorpresa tra gli ospiti. Di ben altro tipo il film che arriva dalla  Danimarca: “Un Mondo Migliore”, di Susanne Bier , che ha trionfato al Festival di Roma e che ci propone chi oggi sia un buon padre:  il cardine di ogni possibile discorso sul futuro delle nostre società, quello che porge – letteralmente – l’altra guancia; uno che non risponde alle provocazioni, ma tiene il punto.   A vederlo, torna in mente un film di pochi anni fa, l’impagabile Le mele di Adamo, scritto (come In un mondo migliore) e per una volta diretto da Anders Thomas Jensen, eminenza grigia e “anima nera” di tanto buon cinema danese. Anche lì Bene e Male ingaggiavano un duello all’ultimo sangue, ma Jensen non risparmiava colpi sopra e sotto la cintura (western, black comedy, cinema fantastico, non mancava niente) per tenerci sul filo del rasoio. Mentre la Bier sembra troppo ansiosa di domare i demoni che ha risvegliato per andare fino in fondo al suo film. Se ne esce come da un bel viaggio, ma interrotto a metà. Dall’Italia, in primo luogo, “Un altro Mondo”, il nuovo film diretto e interpretato da Silvio Muccino, tratto dall’omonimo romanzo di Carla Vangelista e scritto dalla stessa Vangelista con lo stesso Muccino Jr.,  prodotto da Cattleya e Focus Features International e distribuito da Universal Pictures, che racconta la storia di Andrea (Silvio Muccino), un giovane ragazzo che decide di esaudire il desiderio del padre, in punto di morte, raggiungendolo Kenya. Una volta giunto a Nairobi si ritroverà a dover gestire un’eredità alquanto singolare: un loquacissimo bambino nero di sette anni (Michael Rainey Jr.) che suo padre ha avuto da una donna del luogo e che ora si ritrova completamente solo. Un’adozione forzata che, tra mille rocambolesche avventure, trasformerà finalmente Andrea in un uomo. Ancor più insopportabili i vari cinepanettoni, beceri e destinati al successo al botteghino. In primis “A natale mi sposo”, la nuova commedia con Massimo Boldi, Nancy Brilli, Vincenzo Salemme ed Elisabetta Canalis e, ancora “Natale in Sud Africa”,  prodotto da Luigi e Aurelio De Laurentiis, diretto da Neri Parenti e con Christian de Max Tortora, Barbara Tabita, Serena Autieri, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Laura Esquivel, Brenno Placido, Alessandro Cacelli e Belen Rodriguez, la showgirl argentina, in attesa di salire sul palcoscenico dell’Ariston accanto a Gianni Morandi per presentare il prossimo Festival di Sanremo e che prende il posto di Michelle Hunziker protagonista degli ultimi tre film  “formato” Natale. Al solito un film basato su tentativi goffi di tradimento che fanno fare ai maschi la figura degli idioti e alle donne la parte delle cretine divise sempre dal dualismo moglie/amante (la seconda sempre una bellona,  poco vestita, che recita peggio di un cartone animato);  con un umorismo greve, infarcito di parolacce. Ci aspettiamo un livello ancora più basso  per “La banda dei Babbi Natale”, ottavo film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, diretto da Paolo Genovese, prodotto da Paolo Guerra per Medusa Film e Agidi Srl, in cui si narra di tre amici, sorpresi dalla polizia mentre, vestiti come Santa Claus, sono appesi ad un palazzo cercando di entrare in un appartamento. Condotti in commissariato per l’interrogatorio, cominciano a raccontare una serie di storie per scagionarsi. Attraverso vari flashback vengono ricostruite le loro complicate vite: Aldo è uno scommettitore incallito, temporaneamente disoccupato; Giovanni, veterinario poco affidabile, si consuma in molteplici vicende sentimentali; Giacomo, di professione medico, vive ormai da tempo nel ricordo di una moglie scomparsa. Nel cast anche Angela Finocchiaro, Lucia Ocone, Cochi Ponzoni, Antonia Liskova e Mara Maionchi.  Molto meglio spendere i soldi di un biglietto per “La Bellezza del Somaro”, commedia corale interpretata e diretta da Sergio Castellito, affiancato da un cast di grande eccezione: Laura Morante, Enzo Iannacci, Marco Giallini, Barbara Bobulova ed Emanuela Grimalda. A sei anni di distanza da “Non ti muovere”, Castellitto è tornato a firmare una nuova pellicola realizzata con il contributo della moglie Margaret Mazzantini, autrice della sceneggiatura ed ancora una volta sembra che il risultato sia estremamente interessante:  la storia di una grande famiglia, fatta di legami di sangue ed amicizia, dai contorni folleggianti e scompigliati,  ma vicinissimi ai sentimenti e alle emozioni più reali e sincere. Ma a tenere banco, anche per questo Natale, i film di animazione: “Le Cronache di Narnia – Il viaggio del veliero” e “Megamind”, che hanno fatto a cazzotti per dividersi le sale 3D di questo ricco e combattutissimo weekend. “Le Cronache Di Narnia” oggi conquistano i favori del pubblico femminile (sia letterario che cinematografico) più di quanto non avessero fatto in passato Harry Potter o Il Signore Degli Anelli. Peter, Edmun, Susan e Lucy entrano di nuovo nell’incantato regno di Narnia e stavolta vengono catapultati in un mare in tempesta per seguire una stella blu che li guiderà verso una missione di salvataggio: sette lord scomparsi devono essere ritrovati per sconfiggere le nuove forze del Male che minacciano Narnia. Naturalmente ci sarà il gran leone Aslan a dar loro una mano. Quanto a “Megamind”, neanche il tempo di affezionarsi al protagonista di “Cattivissimo me” (film sorpresa di quest’anno meritatamente nominato al Golden Globe), che oggi ne troviamo un altro, altrettanto accattivante  in  questo 3D della Dreamworks Animation, alla quale si deve il migliore cartone tridimensionale della scorsa stagione: Dragon Trainer (anch’esso in lizza per il Globe). “Megamind” è lontano anni luce dalle suggestioni meta fumettistiche di un’opera come “Watchmen”, ma vive della stessa linfa, quella che tiene in vita una realtà capace di giocare eternamente sul riciclaggio dei propri stilemi. Negli Usa la voce del protagonista è dell’attore comico Will Ferrell, che racconta: “Di solito non mi danno queste parti ma è piuttosto divertente. I villain alla fine sono i personaggi migliori, più divertenti, con più spessore e poi, come avete potuto notare, hanno i costumi migliori!”. Con lui Brad Pitt e Tina Fey,  mentre al doppiaggio italiano ci hanno pensato Adriano Giannini, Roberto Pedicini e Nanni Baldini. E lo hanno fatto molto bene.

Carlo Di Stanislao

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