E’ incredibile quello che succede a L’Aquila per la riapertura della funivia di Fonte Cerreto, dopo 8 mesi di blocco che ha penalizzato il turismo aquilano ed ha impedito la fruizione del Gran Sasso, unica vera risorsa del territorio, soprattutto ora che la città è disastrata. Quando il nastro era pronto per essere tagliato da Letta e Bertolaso, ci si è accorti che un pezzo del motore si era sgranato e che l’impianto non poteva più essere collaudato! E così, senza dare conto dei ritardi e delle lungaggini burocratiche ingiustificate, ma anche senza chiedere scusa agli aquilani, agli esercenti, agli operatori turistici agli amanti della montagna, il Centro Turistico informa con una fredda nota: la funivia non è ancora a posto, tornate a casa!
In una condizione normale di responsabilità democratica e di rispetto istituzionale, ci sarebbero già state le dimissioni del Presidente e del Direttore dell’Azienda che ha la gestione e la cura dell’impianto del Gran Sasso.
Gli Aquilani sono pazienti e sopportano tutto, anche le inefficienze della pubblica amministrazione e, quindi, non protestano, ma poi non possiamo lamentarci se il turismo estivo ed invernale nostrano, nonostante le grandi potenzialità del territorio, sul piano dell’organizzazione e dei servizi è a livello di terzo mondo…
In questo caso, la responsabilità ha un nome ed un cognome aquilano, riguarda gli amministratori di un’azienda, nominati dal Sindaco di questa città: gli uni e l’altro debbono sapere, al di là delle specifiche responsabilità, che inconvenienti di questo genere non sono tollerabili e non giovano alla rinascita di un territorio.
Lelio De Santis
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