In una recente intervista a Famiglia Cristiana, uno dei settimanali più letti in Italia, monsignor Vittorio Nozza direttore della Caritas Italiana ha sferrato un duro attacco al Comune dell’Aquila ed ai suoi vertici politici. Ad una precisa domanda dell’intervistatore, il giornalista Alberto Bobbio, monsignor Nozza ha risposto senza mezzi termini, con una durezza di altri tempi, che ha sconvolto gli stessi alti prelati dell’Aquila: monsignor Molinari ed il suo ausiliario Giovanni D’Ercole. In questi mesi loro non hanno mai minimizzato circa le reali difficoltà nei rapporti con il Comune. Esse erano dovute, lo riferiamo per dovere di cronaca,all’approvazione di progetti presentati dalla Caritas per la costruzione di strutture quali chiese, scuole, centri di accoglienza. Più volte nelle ultime settimane monsignor D’Ercole, uomo di fede e di dialogo, ha percorso la strada della mediazione con l’Amministrazione comunale per ritrovare quella unità di intenti e vedute necessaria per arrivare a compiere scelte condivise nel generale interesse della collettività. Certo l’intervento intempestivo e fuori luogo del direttore del Caritas non facilita il clima di serena e proficua collaborazione anche perché non ne analizza le ragioni di fondo. Tant’è che alla precisa domanda del giornalista sul perché della mancata collaborazione risponde candidamente :” Non sappiamo “ Ma veniamo ai fatti che poi sono il nocciolo del problema. Il direttore della Caritas in un’intervista a tutto campo dedicata alla ricostruzione dell’Aquila e degli altri centri del cratere parte a testa bassa esordendo:” All’Aquila avremmo potuto fare molto di più – c’è troppa litigiosità e le idee sono confuse – abbiamo i soldi le risorse che ci hanno dato i cittadini italiani ma abbiamo realizzato poche cose e non per colpa nostra. Abbiamo raccolti 29 milioni di euro cui vanno aggiunti i 5 offerti dalla CEI ( Conferenza Episcopale Italiana), nei centri più piccoli siamo riusciti a costruire scuole e centri comunitari. I problemi maggiori li abbiamo avuti con il Comune dell’Aquila. Abbiamo presentati 17 progetti all’inizio dell’anno, nel 2010, per realizzare interventi su proprietà della diocesi e delle parrocchie per dieci milioni di euro ma ne è stato ammesso uno solo per un milione e duecento mila euro, un edificio di edilizia sociale. E’ un paradosso perché noi abbiamo i soldi i progetti e le ditte pronte. Parlando poi ricostruzione in generale il suo giudizio è nettamente negativo. Sostiene che mancano le idee, si sono spesi troppi soldi per la messa in sicurezza ed il rischio è di consolidare una precarietà generale. Ha tuonato contro le casette del Governo che hanno trovata una soluzione solo a poche persone pur avendo speso troppi soldi senza un minimo di progettazione per la ricostruzione. Dulcis in fundo il fatto che la gente è stata abbandonata a se stessa, si sono divise le comunità ed i centri storici, le arcinote zone rosse sono ferme in balìa delle intemperie. Non si è fatta attendere la replica del Comune che in una conferenza stampa congiunta del Sindaco Cialente e gli Assessori Stefania Pezzopane al Sociale e Pietro Di Stefano alla Ricostruzione hanno replicato punto per punto alle dichiarazioni di monsignor Nozza. Ha esordito Cialente parlando di un danno gravissimo per l’immagine della città e dicendo che nessuno ha le idee confuse e non c’è litigiosità. Evidentemente monsignor Nozza è stato male informato.Ha inoltre tenuto a precisare che tutti i 17 interventi richiesti dalla Caritas erano su terreni non edificabili sebbene di proprietà della Curia quindi non definitivi e che tutti gli interventi dovevano rispondere ad un disegno urbanistico e sociale. L’Aquila non è Kabul e neppure una delle tante missioni in Africa. Essa è una città viva, dignitosa e capace di fare le sue scelte . Il ricavato delle donazioni, frutto della generosità di tanti cittadini deve essere utilizzato per cose utili e definitive Ha poi ribadito di aver indicato alla Caritas una serie di priorità del piano sociale del Comune la maggior parte delle quali da realizzare nelle new town. Sulla stessa lunghezza d’onda la replica di Stefania Pezzopane che, ringraziando la Caritas e gli italiani per le loro donazioni, ha invitato monsignor Nozza a recarsi all’Aquila per toccare con mano come stanno le cose e di cosa realmente necessita l’Aquila. Lei ha elencato una serie di interventi tra cui la realizzare degli alloggi per mamme sole con bambini.
Molto preciso e dettagliato l’intervento di Pietro di Stefano, Assessore alla ricostruzione,che ha sostenuto la non fattibilità dei 17 progetti proposti poiché ricadevano tutti in aree agricole, verdi, e di rispetto cimiteriale quindi al di fuori del Prg dove non si può edificare alcunché. Ha poi ricordato l’incontro del 31 agosto u.s. che ha autorizzato la realizzazione di centri polifunzionali nelle new town di Sassa, Roio Poggio, Cese di Preturo e Camarda ricadenti nella superfice del 30% delle aree riservate al sociale. Ha concluso giustamente – nel suo garbato stile di uomo delle Istituzioni – dicendo che all’Aquila si ha necessità di tante cose e dell’aiuto di tutti ma bisogna intervenire iniziando dalle esigenze della città e non da progetti preconfezionati. In questa incresciosa situazione si deve dare atto alla Curia aquilana della sua volontà di dialogo per ripristinare un sereno clima di collaborazione. Ad iniziare dal Comune. Diversa la posizione dell’Avvenire, Giornale dei Vescovi, secondo cui il Sindaco avrebbe avuto una reazione spropositata e la conferenza stampa volta a ristabilire la realtà dei fatti sarebbe stato un gesto “ inutilmente aggressivo condito da fantasiose ricostruzioni dietologiche ”. Bene ha fatto Cialente a replicare, dati alla mano con i suoi Assessori competenti a chi è abituato a fare, da sempre, il saputello e il professorino di turno. Chi non vuole polemiche deve avere l’accortezza ed il buon senso di non scaturirle soprattutto in modo gratuito e violento. Lo scrivo e lo dico con il massimo rispetto per tutti quei giovani della Caritas da sempre vicini, con opere caritatevoli, al dolore e alla sofferenza della gente. Ma la verità non va, assolutamente, confutata.
N.Giammarini
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