Assange a rischio di vita e politici italiani permissivi con la mafia

Gli avvocati di Julian Assange temono per la vita del loro assistito e lo scrivono chiaro e tondo in un atto formale del processo al fondatore di WIkileaks che, affermano i legali, se venisse estradato in Svezia, sarebbe poi trasferito certamente negli Stati Uniti, dove sarebbe soggetto alla pena capitale. O, quantomeno, alla detenzione dura […]

Gli avvocati di Julian Assange temono per la vita del loro assistito e lo scrivono chiaro e tondo in un atto formale del processo al fondatore di WIkileaks che, affermano i legali, se venisse estradato in Svezia, sarebbe poi trasferito certamente negli Stati Uniti, dove sarebbe soggetto alla pena capitale. O, quantomeno, alla detenzione dura a Guantanamo. Gli avvocati citano in proposito le dichiarazioni di vari esponenti della destra americana, da Sarah Palin, a Mike Huckabee, fino a Rush Limbaugh. La Palin aveva incoraggiato l’amministrazione USA a “cacciare il capo di Wikileaks come si fa con i talebani” e il politico Mike Huckabee, invocato la pena capitale per Assange, nel suo programma su Fox News, mentre Bob Beckel, commentatore sempre della Fos, ha pubblicamente incoraggiato la gente a “sparare anche illegalmente a quel figlio di puttana”. Si ricorderà poi, che già il 20 del mese scorso, il vicepresidente Usa Biden , definì il fondatore di Wikileaks, Assange, un “terrorista high-tech”, dichiarando alla Nbc: “Questo uomo ha fatto cose che hanno messo in pericolo la vita ed il lavoro di molte persone nel mondo. Ha reso più complicati i rapporti con i nostri alleati”. L’altro rischio è che Assange sia “ucciso” per mancanza di soldi. Wikileaks, infatti, corre il rischio di chiudere, a causa della mancanza di fondi. “Non possiamo sopravvivere con questo ritmo – ha dichiarato Assange a una radio indipendente francese – Il denaro dei donatori stenta ad arrivare perché tutti i nostri conti sono bloccati”. Nonostante le ricche e numerose donazioni, il gruppo sta perdendo “circa 500mila euro alla settimana”. Una situazione al momento insostenibile, ma Assange non si arrende ed afferma: “Cercheremo presto di controbattere”. Oggi Wikileaks, ha denunciato la scarsa vena dei politici italiani di combattere le associazioni criminali come la mafia. Dei cablogrammi confidenziali quelli con il quale il portale fondato da Julien Assange ha lanciato al mondo un monito “grave” con i pezzi forti della politica italiana, che secondo quanto esposto dal portale, diventato famoso per la sue rivelazioni choc, non avrebbero lottato il fenomeno mafioso come era loro dovere. Nel cablogramma, classificato confidenziale (numero 12958) e redatto il 6 giugno 2008 da J. Patrick Truhn, si legge che “malgrado le forze dell’ordine, le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, in alcune zone del Paese, stiano dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalita’ organizzata, lo stesso non si puo’ dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale”.

Carlo Di Stanislao

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