In una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimo gli italiani saranno chiamati a votare per decidere se abrogare le leggi che hanno riaperto la strada al nucleare e quelle sulla ‘privatizzazione’ dell’acqua. E forse anche per cancellare il ‘legittimo impedimento’. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato ammissibili ieri quattro dei sei referendum.
Con la Legge Sviluppo n. 133 del 2008 il Governo Italiano ha riaperto la corsa italiana verso l’atomo. In appena due mesi è stato cancellato il risultato del referendum del 1987, dove una maggioranza del 79% aveva deciso di chiudere le centrali nucleari Italiane. Dopo 24 anni gli italiani torneranno alle urne per decidere nuovamente sullo stesso tema.
Con la Legge Sviluppo n. 133 del 2008 il Governo Italiano ha riaperto la corsa italiana verso l’atomo. In appena due mesi è stato cancellato il risultato del referendum del 1987, dove una maggioranza del 79% aveva deciso di chiudere le centrali nucleari Italiane. Dopo 24 anni gli italiani torneranno alle urne per decidere nuovamente sullo stesso tema.
Il quadro degli investimenti energetici si riempie di incertezza. Mentre ancora si pagano in bolletta i costi per la dismissione, non avvenuta, delle precedenti 4 centrali italiane Enel, Areva e EDF dovranno sospendere i propri piani di sviluppo per il nucleare in attesa del giudizio popolare. Si stamano circa 10.000 posti di lavoro ad elevata specializzazione. E non è detto che quegli investimenti vengano stornati verso altre forme di energie rinnovabili.
“La responsabilita’ per questa situazione ricade interamente sul Governo – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – E’ sua l’ostinazione a negare ogni forma di confronto con la stragrande maggioranza degli italiani che sono contrari alla scellerata, costosa e pericolosa avventura nucleare, rendendo cosi’ inevitabile il ricorso allo strumento referendario’.
I due quesiti sull’acqua ai quali la Corte ha dato il via libera riguardano, nello specifico, l’abrogazione delle norme del decreto Ronchi-Fitto sulle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica, e la cancellazione delle norme del governo Prodi sulla determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Gli ambientalisti assicurano il loro sostegno e, con il Wwf, accolgono la notizia del via libera della Consulta su acqua e nucleare come «una prima grande vittoria».
I due quesiti sull’acqua ai quali la Corte ha dato il via libera riguardano, nello specifico, l’abrogazione delle norme del decreto Ronchi-Fitto sulle modalità di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici di rilevanza economica, e la cancellazione delle norme del governo Prodi sulla determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Gli ambientalisti assicurano il loro sostegno e, con il Wwf, accolgono la notizia del via libera della Consulta su acqua e nucleare come «una prima grande vittoria».
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