“L’Ordine degli ingegneri dellìAquila incorre, probabilmente suo malgrado, in un errore di lettura: il Commissario delegato non ha mai affidato né affida alcunché. La Ricostruzione è di competenza dei Comuni, ai quali il Commissario delegato per la Ricostruzione, attraverso le proprie Strutture, presta supporto per il rafforzamento della loro capacità di governo”. E’ quanto chiarisce il Commissario delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi, replicando alle affermazioni della categoria emerse oggi in una conferenza stampa. “Su richiesta di alcuni Sindaci del cratere – ricorda – è stata predisposta una bozza di Convenzione per la realizzazione di attività relative alla ricostruzione, con annesso capitolato tecnico delle prestazioni da svolgere e valutazione dei relativi costi: tutto ricompreso, è vero, nei servizi relativi ad architettura ed ingegneria e ai servizi di consulenza, ma soltanto con riferimento alla pianificazione territoriale e urbanistica, alla valutazione economica e all’analisi dei profili sociali, alle procedure tecnico/amministrative: bastava leggere con qualche attenzione convenzione e capitolato”. “Di più – spiega meglio il Commissario – Sempre se si fosse usata l’attenzione richiesta, l’Ordine degli ingegneri avrebbe potuto rendersi conto che la suddetta attività di supporto è stata resa su richiesta di alcuni Sindaci che hanno intenzione di avviare rapporti con Università italiane e/o con altri enti pubblici di ricerca (tra l’altro, presenti sul territorio sin dai giorni successivi al terremoto, offrendo gratuitamente la loro attività di ricognizione e di rendicontazione degli immobili distrutti dal terremoto ai Comuni e alla Protezione civile), nonché su richiesta di altri Sindaci che analoga attività di supporto intendono affidare a soggetti privati”. “Stia tranquillo l’Ordine degli ingegneri – esorta il Commissario Chiodi – In genere e per suo statuto, l’Amministrazione pubblica si muove in modo conforme a legge; qualora questo non dovesse avvenire con atti specifici (e non sulla base di mere intenzioni, a cui sembra voler fare riferimento la diffida in esame) esistono molti strumenti per correggerne l’azione”. Per il Commissario, poi “gli atti relativi ad eventuali rapporti con le Università sono stati strutturati in termini di cooperazione tra enti pubblici, finalizzati a garantire l’adempimento di una funzione di servizio pubblico di interesse comune e rispecchiano quanto è previsto dalla normativa – comunitaria e nazionale – in materia e dalla giurisprudenza che ne è seguita”. “In alternativa alle Istituzioni universitarie – fa notare, infine – è stato elaborato un secondo modello per l’affidamento a soggetti privati dei servizi di consulenza, assistenza tecnica, attraverso modalità di evidenza pubblica. Entrambi i modelli si strutturano come attività di supporto al Responsabile del Procedimento del Comune interessato”.
Foto: Manuel Romano
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