Dal 17 e fino al 31 gennaio 2011, nel Comune di Torchiarolo (BR) sarà vietata l’accensione di caminetti e stufe a legna nelle case dotate anche di impianti di riscaldamento a metano, gpl e gasolio.
Con il provvedimento, attuato dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Giovanni Del Coco, si cerca di contrastare i fenomeni di inquinamento atmosferico e contribuire alla riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti ed in particolare le polveri sottili (PM10 ) al fine di tutelare la salute dei cittadini e perseguire il rispetto dei valori limite di qualità dell’aria fissati dalla legge.
Un’ordinanza che si è resa necessaria e urgente per la gravissima situazione riscontrata già da alcuni anni nel Comune di Torchiarolo e dove nei primi 13 giorni di quest’anno la concentrazione di polveri sottili ha raggiunto limiti non più sostenibili.
Infatti, la centralina della Rete Regionale di Monitoraggio di Qualità dell’Aria (RRQA) ubicata in Torchiarolo alla via Don Minzoni, in questo periodo ha registrato superamenti della soglia limite giornaliera del PM10 per ben 10 volte (sulle 35 consentite annualmente dalla normativa).
E’ da ricordare che il provvedimento si sovrappone al divieto stabilito dalla normativa regionale e nazionale vigente, di bruciatura all’aperto di residui vegetali derivanti da attività agricole, nonché di materiali vegetali, legnosi, di carta e cartone e altri derivanti da attività di cantiere, artigianali, commerciali, di servizi e produttive in genere.
E’ un provvedimento che, purtroppo non è singolare, né originale nella sua specie (essendo stato disposto anche in altri Comuni italiani dove si verificano analoghi fenomeni come quello di Torchiarolo), ma tiene conto di quanto gli studi e campagne di misura effettuate da ARPA Puglia hanno chiarito. Infatti le approfondite indagini effettuate negli ultimi anni, indicano, tra le cause principali degli sforamenti dei limiti consentiti di polveri sottili, la combustione della legna, legata alle attività agricole stagionali che si svolgono sul territorio (combustione di residui colturali e di potatura) e della biomassa legnosa negli impianti di riscaldamento residenziali tradizionali (caminetti a focolare aperto).
L’ordinanza è quindi finalizzata al rispetto delle disposizioni di legge sui superamenti del valore limite di Pm10 e tra l’altro, si inquadra in un apposito piano di risanamento dell’aria nel comune di Torchiarolo messo a punto da Regione Puglia, ARPA Puglia e Comune e che sarà avviato nei prossimi giorni.
Non è stato semplice adottare il provvedimento in questione, per i disagi che esso può comportare e anche per le perplessità che possono sorgere, ma l’ordinanza è un dovere nei confronti del proprio territorio e della sua comunità la cui salute sta a cuore più di ogni cosa e la cui tutela rientra tra i compiti e doveri primari dell’Amministrazione comunale e del suo Sindaco che confida nel senso di responsabilità di tutta la cittadinanza e nel suo interesse riguardo alla tutela della salute e alla salvaguardia dell’ambiente.
La situazione esistente e le indicazioni degli esperti, tuttavia, almeno per il momento, non consentivano altre soluzioni.
Polveri sottili: Torchiarolo come Milano. Ordinanza del sindaco per contrastare l’inquinamento
Dal 17 e fino al 31 gennaio 2011, nel Comune di Torchiarolo (BR) sarà vietata l’accensione di caminetti e stufe a legna nelle case dotate anche di impianti di riscaldamento a metano, gpl e gasolio. Con il provvedimento, attuato dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Giovanni Del Coco, si cerca di contrastare i fenomeni di inquinamento atmosferico […]
Ma la vicina mega-centrale al carbone Federico II, non ha nessuna “colpa”?
@giovanni Qualcuno l’ha forse escluso?
Intanto gli studi effettuati da ARPA Puglia, hanno evidenziato che le emissioni derivanti dalla combustione di biomassa legnosa hanno un’incidenza significativa sui valori di PM10 rilevati.
Pertanto, in questi giorni di divieto, potremmo apprezzare effettivamente se e quanto la combustione di legna e altre biomasse incidano sul fenomeno di inquinamento riscontrato a Torchiarolo.
La mia è una semplice osservazione da lettore: l’articolo non cita per niente la centrale a carbone e i danni connessi, ampiamente oggetto di discussione in diverse sedi.
Mi auguro che la ricerca di ARPA Puglia non sia stata finanziata da Enel…
ho perduto un po’ di tempo.
ma come mai solo Torchiarolo??? per favore non facciamoci prendere in giro,quindi non posso più arrostire li turcinieddhri?..mannaggia
L’ordinanza del Sig. Sindacori riguardando lo spegnimento dei camini rispettata + del 90% le centraline continuano a rilevare valori superiori alla norma, quale sarà la posizione dell’Arpa?
Quali saranno gli strumenti che l’Arpa adotterà?
Se l’esperimento di spegnimento dei camini è fallita, c’è bisogno della prova del 9: “costringere” Enel a spegnere la centrale per una settimana!
Meditate gente… meditate…
E’ la battaglia di Davide (popolazione di Torchiarolo) contro Golia (presidio industriale di Brindisi), solamente che in questo caso, a perdere è sempre Davide (persone decedute per tumori vari).
Questa stronzata dei caminetti, mi sembra proprio una presa per il culo, scusate lo sfogo, ma sono proprio incazzato.-
Abbiamo fatto quanto ordinato, rispettando la sofferta ma consigliata decisione del Nostro Sindaco, almeno si dimostrerà (forse) una volta per sempre, che la causa di tali emissioni nocive per la Nostra salute, non sono come dice l’amico Valerio i turcinieddhri o come dico Io, la fettina che arrostiamo alla brace o il poverello che si riscalda al focolare.
Ma poi, come mai i Nostri antenati, hanno sempre cucinato al caminetto e non morivano di cancro come adesso che é diventata una piaga d’Egitto?
Spero che le Autorità competenti, abbiano il coraggio di prendere le decisioni opportune, prima che sia troppo tardi, anche perché, la morte non fa distinzione di casta.
Mi rendo conto che pensare di far chiudere la Centrale Federico II è un’utopia; sarebbe pero’ necessario che i politici locali fecessero sentire la loro voce nei confonti di Enel e della Regione (Arpa compresa). Occorrerebbe che le coscienze si risvegliassero: io vedo, oggi, un Salento terzo-mondista, Terra di conquista e di profitto per i soliti noti e con una classe dirigente(?) dominata e afflitta dal più ottuso individualismo.
Sarebbe invece urgente ripensare all’intero modello sociale come strumento per la realizzazione di uno sviluppo equo, eco e compatibile.
Se le coscienze non si sveglieranno, i morti che piangeremo saranno tanti e a nulla servirà imprecare “la maledizione divina” di biblica memoria!