E’ stato molto positivo l’incontro che si è tenuto a Farindola venerdì scorso, in occasione della presentazione del volume di Nino Martino, “Parchi di una sola Terra”, ospitata al Museo del Camoscio dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Comune simbolo del Parco, al cui nome, tra l’altro, è indissolubilmente legato il successo del progetto di reintroduzione del Camoscio appenninico, Farindola ha accolto il Presidente dell’Aidap, e direttore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, con un pubblico folto, attento e qualificato, nel quale si sono contati numerosi sindaci ed operatori nel campo ambientale, culturale e degli studi universitari.
In particolare hanno portato il loro contributo di esperienza e di pensiero lo stesso Sindaco di Farindola, Antonello De Vico, il Direttore dell’Ente Parco, Marcello Maranella, il Direttore della Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, Fernando Di Fabrizio. Lunga ed appassionata la relazione di Martino, che ha tradotto in esempi concreti di buon governo il valore dei parchi italiani e la loro capacità di gestione dei territori attraverso pratiche di governance e di ascolto, e l’impegno a radicare efficacemente la cultura del rispetto dell’ambiente. Il Direttore del Gran Sasso Laga, Marcello Maranella, ha sottolineato con soddisfazione «l’impegno condiviso con Martino per gettare un ponte tra le Dolomiti Bellunesi ed il Gran Sasso, in un momento delicato per l’azione dei Parchi, percorso che la collaborazione ed il confronto possono senz’altro rendere meno aspro». Nell’intervento di Di Fabrizio è emerso il grande valore civile che l’idea stessa di Parco assume a livello locale come proiezione di quel valore assoluto che è la necessità di salvaguardia dell’ambiente.
Ulteriori riflessioni sono giunte dal pubblico e sono state espresse proficuamente nella necessità di formare una cultura professionale dell’accoglienza a livello locale e di coinvolgere i giovani, essi, in primis, speranza di futuro per le aree protette.
Gettato un ponte tra le Dolomiti Bellunesi e il Gran Sasso
E’ stato molto positivo l’incontro che si è tenuto a Farindola venerdì scorso, in occasione della presentazione del volume di Nino Martino, “Parchi di una sola Terra”, ospitata al Museo del Camoscio dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Comune simbolo del Parco, al cui nome, tra l’altro, è indissolubilmente legato il […]
E’ stato molto positivo l’incontro che si è tenuto a Farindola venerdì scorso, in occasione della presentazione del volume di Nino Martino, “Parchi di una sola Terra”, ospitata al Museo del Camoscio dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Comune simbolo del Parco, al cui nome, tra l’altro, è indissolubilmente legato il successo del progetto di reintroduzione del Camoscio appenninico, Farindola ha accolto il Presidente dell’Aidap, e direttore del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, con un pubblico folto, attento e qualificato, nel quale si sono contati numerosi sindaci ed operatori nel campo ambientale, culturale e degli studi universitari.
In particolare hanno portato il loro contributo di esperienza e di pensiero lo stesso Sindaco di Farindola, Antonello De Vico, il Direttore dell’Ente Parco, Marcello Maranella, il Direttore della Riserva Naturale Regionale Lago di Penne, Fernando Di Fabrizio. Lunga ed appassionata la relazione di Martino, che ha tradotto in esempi concreti di buon governo il valore dei parchi italiani e la loro capacità di gestione dei territori attraverso pratiche di governance e di ascolto, e l’impegno a radicare efficacemente la cultura del rispetto dell’ambiente.
Il Direttore del Gran Sasso Laga, Marcello Maranella, ha sottolineato con soddisfazione «l’impegno condiviso con Martino per gettare un ponte tra le Dolomiti Bellunesi ed il Gran Sasso, in un momento delicato per l’azione dei Parchi, percorso che la collaborazione ed il confronto possono senz’altro rendere meno aspro». Nell’intervento di Di Fabrizio è emerso il grande valore civile che l’idea stessa di Parco assume a livello locale come proiezione di quel valore assoluto che è la necessità di salvaguardia dell’ambiente.
Ulteriori riflessioni sono giunte dal pubblico e sono state espresse proficuamente nella necessità di formare una cultura professionale dell’accoglienza a livello locale e di coinvolgere i giovani, essi, in primis, speranza di futuro per le aree protette.
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