La Tunisia lotta per non finire nel caos. Ieri a Tunisi si è sparato per ore e l’esercito ha circondato il palazzo presidenziale, dove si sono asserragliati uomini della Guardia presidenziale, fedeli a Ben Ali. La popolazione si organizza per l’autodifesa dalle bande armate che imperversano nel Paese.
Gesto estremo di un giovane, che si è dato fuoco a Sidi Bouzid. Le forze sane delle istituzioni e dell’opposizione cercano una mediazione sui nomi dei ministri del governo d’unità nazionale, la cui composizione verrà ufficializzata oggi. Sempre oggi comparirà davanti ai giudici il capo della sicurezza di Ben Ali, il generale Ali Seriati, vero leader delle milizie in rivolta.
Secondo l’anagrafe dei cittadini residenti all’estero, sono circa 3mila gli italiani in Tunisia, a cui vanno aggiunti i turisti e quanti erano nel Paese, nei giorni del caos, per ragioni di studio o di lavoro.
I primi passeggeri giunti a Roma Fiumicino, si legge su tgcom, hanno lanciato un appello alle autorità: “Mandate più aerei per riportare a casa gli italiani, che sono ancora tanti e bloccati in aeroporto, dove si fatica persino a camminare e passare: serve un piano di evacuazione più deciso”. Poi hanno parlato di una situazione di “caos, sparano, saccheggiano”, di “giorni infernali, con Tunisi a ferro e fuoco”. “Avevamo paura – hanno aggiunto – e negli ultimi due giorni siamo stati barricati, chi in casa, chi in albergo”.
Lascia un commento