E’ una denuncia contro l’inerzia degli amministratori locali “disinteressati a politiche di prevenzione serie basate su programmi scientificamente validi” quella dei sismologi intervenuti all’Aquila alla conferenza organizzata dal movimento civico “Scoppito Cresce”, un appuntamento per stabilire una comunicazione orizzontale tra esperti e popolazione aquilana colpita dal sisma del 6 aprile 2009. Per il fisico Gaetano De Luca, responsabile della rete di monitoraggio sismico abruzzese del Centro Nazionale Terremoti “la censura avvenuta nel 1999, dopo la scoperta di un fattore di amplificazione 10 nella città dell’Aquila (ed in siti geologici con simili caratteristiche), che aumenta la potenza distruttiva di un terremoto anche di medie proporzioni, nei fatti sussiste ancora oggi, in quanto le direttive per la ricostruzione non tengono conto di questo fondamentale parametro”. “Si sta ricostruendo – ha detto – affinché tutto crolli di nuovo. Nessun politico locale – ha proseguito – ha inteso, né prima né dopo il 6 Aprile 2009, convocare il responsabile del monitoraggio regionale per valutare attentamente lo stato della situazione”. Tra i relatori anche il geofisico, sismologo e vulcanologo Cristian Del Pinto, responsabile scientifico del Centro funzionale Protezione Civile della Regione Molise, che imputa alla classe dirigente locale “una mancata sinergia con quegli esperti che lavorano quotidianamente con il dato sismico, esclusi tra l’altro il 31 Marzo 2009 dalla riunione della Commissione Grandi Rischi, a vantaggio di consulte con figure poco qualificate il cui apporto esula da qualsiasi rigore scientifico”. “I terremoti – ha proseguito – attualmente non possono essere previsti. L’unica arma che abbiamo è la prevenzione: la conoscenza del territorio attraverso indagini dettagliate di microzonazione per valutare la risposta del terreno all’onda sismica deve essere alla base di ogni campagna di mitigazione della vulnerabilità degli edifici tramite una messa in sicurezza che non sia solo fittizia”. “In Molise la rete di monitoraggio locale è stata voluta dall’Istituzione, con delibera di Giunta Regionale n. 1467 del 20 settembre 2006. In Abruzzo,i politici non conoscono neanche l’esistenza di una rete sismica locale”. “Si deve tener conto – ha concluso – che nei dintorni dell’ Aquilano (dal Sirente a Campotosto) persistono attualmente 8 faglie attive, alcune delle quali in grado di originare eventi di magnitudo anche più elevata di quanto accaduto il 6 Aprile 2009 e latenti da migliaia di anni”
8 faglie attive nell’aquilano. Sismologi: amministratori sottovalutano
E’ una denuncia contro l’inerzia degli amministratori locali “disinteressati a politiche di prevenzione serie basate su programmi scientificamente validi” quella dei sismologi intervenuti all’Aquila alla conferenza organizzata dal movimento civico “Scoppito Cresce”, un appuntamento per stabilire una comunicazione orizzontale tra esperti e popolazione aquilana colpita dal sisma del 6 aprile 2009. Per il fisico Gaetano […]
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