Durante la Shoah il popolo ebraico fu vittima di persecuzione e di annientamento da parte delle forze di occupazione nazista, che attraverso la deportazione di funzionari, politici, amministratori, insegnanti e persone di religione ebraica sterminarono nei campi di concentramento i prigionieri politici in nome di un conflitto. ll Giorno della memoria, che cade il 27 gennaio, è un’occasione per riscoprire e mai dimenticare una delle pagine più buie della storia dell’uomo, certamente del secolo scorso. E da noi, appunto giovedì 27 Gennaio, con inizio alle ore 10.00, presso la Sala Ance (Associazione Costruttori L’Aquila) si terrà, in proposito, un incontro con le Scuole Medie Inferiori cittadine, con la proiezione del documentario Memorie. I sopravvissuti raccontano del regista Ruggero Gabbai, alla presenza di Giovanni Polgar, testimone diretto della tragedia. L’evento, realizzato dall’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica” in collaborazione con l’Accademia dell’Immagine ed il Centro Ebraico Italico – progetto Memoria, si inserisce nell’ambito delle celebrazioni internazionali sulla Giornata della Memoria. Capita di domandarsi, assistendo al moltiplicarsi delle iniziative in occasione del 27 gennaio, che cosa avrebbe detto Primo Levi di fronte a quest’ipertrofia della memoria, lui che fin dai primi anni tanto ne aveva orientato i percorsi. Perché nel suo ultimo libro, I sommersi e i salvati, egli ci appare consapevole della necessità di un ripensamento, o meglio di un approfondimento, non certo sulla necessità o meno di ricordare, ma sul senso da dare a questa memoria. mentre ogni anno le iniziative sembrano moltiplicarsi all’infinito, questa memoria sembra crescere su se stessa, staccata ormai completamente da qualsiasi rapporto con una storia che non sia la sua storia particolare, senza aver chiaro il rapporto tra un ruolo simbolico, che fa della Shoah il modello di ogni sterminio e fin di ogni trauma collettivo, e uno puramente celebrativo. L’evento aquilano vuole avere sia una funzione conoscitiva che etica, perché di un punto almeno siamo sicuri: che la memoria della Shoah non è fenomeno irrilevante o marginale, ma un fondamento della nostra storia, della nostra cultura e della nostra etica civile, da offrire, soprattutto, ai più giovani. Avvicinarsi a recinzioni di filo spinato, scorgere i resti delle baracche che ospitarono tanti deportati (spesso ricostruite ad hoc), visitare le anguste celle di detenzione, scrutare i tanti volti immortalati nelle immagini esposte nella sezione museale, riflettere sulla metodica e atroce sofferenza inflitta a migliaia di persone e lasciarsi anche trasportare dall’emozione che tali luoghi ci suscitano è un’esperienza da provare, per accostarsi davvero, dopo tante narrazioni, alla realtà dei lager nazisti, lo si può fare anche attraverso filmati, autentici e significativi, come quello di Ruggero Gabbai, con la selezione delle interviste fatte agli ultimi 90 sopravvissuti della deportazione, gli unici ancora in vita oggi dei circa 800 liberati. Un racconto in prima persona di chi ha vissuto tutte le fasi della Shoah italiana, dall’arresto fino alla liberazione. Il ricordo di chi ha provato sulla propria persona la follia della storia e ne porterà il segno per sempre. Eccellente la scelta della Lanterna Magica, che fra tutti i documentari che presentano le stesse tematiche e in alcuni casi anche gli stessi testimoni, è sicuramente quello meglio realizzato, concedendo pochissimo alla facile “lacrima” e al pietismo e dando invece ai testimoni uno spazio in cui raccontare la loro storia così come è stata vissuta, senza ricorrere a facili orpelli quali foto e video di repertorio che possano in qualche modo istigare le voglie “pulp” e “voyeristiche” dello spettatore. Ed è proprio grazie a questa crudezza ed essenzialità che appare ancora più grande l’orrore del quale sono stati vittime e testimoni. Nato in Belgio da genitori italiani nel 1964, ma vissuto a Milano dai 13 anni in poi, Ruggero Gabbai ha realizzato questo documentario (il primo di 25), nel 1994, con gli storici del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto, selezionato per il Berlino film Festival del 1997. Nel 2009 ha diretto “io ricordo, un docu-film sulla memoria delle vittime di mafia, prodotto da Gabriele Muccino, che ha ottenuto l’alto patrocinio del presidente della Repubblica ed è stato trasmesso da Canale 5. In questo ultimo documentaria, proiettato nel 2010 al Quirinale, per commemorare Borsellino, Gabbai da voce all’anima più profonda della Sicilia, quella della sua gente che ricorda attraverso le sue lacrime, attraverso le parole soffocate dal dolore chi è morto ma il cui sguardo e palpito è vivo negli occhi e cuore dei suoi familiari, dei suoi figli, che ogni giorno continuano a lottare perchè da lì non vogliono andare ma lì vogliono restare , attaccati alla loro terra, proprio come l’ostrica verghiana al suo scoglio.
Carlo Di Stanislao
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