Nel corso delle indagini che hanno portato portato all’arresto di 14 persone accusate di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali – tra le quali l’ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile, Marta Di Gennaro e il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario straordinario per i rifiuti in Campania – è stata accertata l’esistenza di un accordo illecito tra pubblici funzionari e gestori di impianti di depurazione campani che ha consentito, per anni, lo sversamento in mare del percolato (rifiuto liquido prodotto dalle discariche di rifiuti solidi urbani), in violazione delle norme a tutela dell’ambiente. Il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare un lunghissimo tratto di costa della Campania, dal Salernitano fino al Casertano. C’é anche Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente, tra le 14 persone arrestate dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito dell’operazione contro reati ambientali, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli. A Mascazzini è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Sono invece finiti in carcere, fra gli altri, Lionello Serva, ex sub-commissario per i rifiuti della Regione Campania, Claudio Di Biasio, tecnico degli impianti del Commissariato, Generoso Schiavone, responsabile della Gestione acque per i depuratori della Regione Campania e Mario Lupacchini, dirigente del settore Ecologia della Regione.
Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale del Ministero dell’Ambiente è commissario in Abruzzo per la gestione di 40 milioni di euro finalizzati a interventi per far fronte al rischio idrogeologico. La nomina dell’ingegnere – di competenza ministeriale – era stata comunicata lunedì scorso dal presidente della Regione, Gianni Chiodi, nella presentazione dell’accordo di programma quadro tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione relativo al rischio idrogeologico.
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