L’organizzazione medico umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha fornito cure specialistiche a 53 tra donne, uomini e bambini violentati in una serie di incidenti verificatisi tra il 19 e il 21 gennaio nel Sud Kivu, nell’Est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Molti dei sopravvissuti alle violenze curati da MSF hanno dichiarato di aver subito un agguato nei dintorni di Nakatete il 19 gennaio, mentre erano di ritorno dal mercato. Hanno raccontato ad MSF di essere rimasti in ostaggio tutto il giorno, violentati ripetutamente e essere stati soggetti a trattamenti degradanti. I pazienti hanno un’età compresa tra i 13 e i 60 anni. Donne e ragazze sono state separate dagli uomini e i loro vestiti ed effetti personali sono stati rubati.
Undici donne curate ieri da MSF hanno dichiarato a loro volta di aver subito un agguato il 20 gennaio a Kitumba, mentre tornavano dal mercato, e di essere state rapinate e violentate da un gruppo di uomini armati. MSF ha anche curato due donne e un uomo che hanno subito la stessa violenza il giorno successivo.
Questi nuovi casi di stupri di massa avvengono a poche settimane di distanza da quelli di Capodanno nella regione Fizi.
“Nell’arco di sole poche settimane, MSF ha fornito cure mediche a circa 100 tra donne, uomini e bambini – tutti violentati in assalti di gruppo”, dichiara Annemarie Loof, Capo Missione di MSF in Sud Kivu. “Siamo estremamente preoccupati dal destino dei civili in quest’area – persone normali che non hanno niente a che fare con il conflitto e che sono schiacciati dal recente aumento di violenza e insicurezza in questa zona della RDC“.
Per anni i civili nell’Est della RDC hanno sofferto per le violenze sessuali legate al conflitto, ma le attività di assistenza medica per violenze sessuali di MSF non ricevevano un numero così alto di casi in Sud Kivu, dal 2004. In un contesto già volatile, MSF si sta confrontando con ciò che appare essere un ulteriore deterioramento della situazione che incide direttamente sulla popolazione civile.
MSF si è occupata delle persone colpite, curando ferite e fornendo cure preventive per possibili infezioni a trasmissione sessuale. I sopravvissuti sono stati anche vaccinati contro l’epatite B e il tetano. Alle donne che sono state visitate in tempo, è stata somministrata la pillola del giorno dopo per prevenire gravidanze indesiderate.
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