Nel periodo 2006-2009 il reddito disponibile delle famiglie italiane si e’ concentrato, in media, per circa il 53% nelle regioni del Nord, per il 26% circa nel Mezzogiorno e per il restante 21% nel Centro. Lo comunica l’Istat in una nota, specificando che nel periodo considerato tale distribuzione ha mostrato alcune variazioni che hanno interessato principalmente il Nord-ovest, con una diminuzione della sua quota di 0,6 punti percentuali (dal 31,1 del 2006 al 30,5% nel 2009) a favore di Centro e Mezzogiorno (+0,4 e +0,2 punti percentuali rispettivamente). La quota di reddito disponibile delle famiglie del Nord-est e’ rimasta invariata al 22%.
Il periodo analizzato, spiega l’Istat, ha poi visto il progressivo ridursi del tasso di crescita del reddito disponibile nazionale, che e’ passato da un incremento del 3,5% del 2006 a una flessione del 2,7% nel 2009, la prima dal 1995. L’impatto e’ stato piuùforte nel Settentrione (-4,1% nel Nord-ovest e -3,4% nel Nord-est) e più contenuto al Centro (-1,8%) e nel Mezzogiorno (-1,2%). In generale, tale diminuzione e’ essenzialmente da attribuire alla marcata contrazione dei redditi da capitale, anche se, in alcune regioni (in particolare Piemonte e Abruzzo), un importante contributo negativo e’ venuto dal rallentamento dei redditi da lavoro dipendente.
Il periodo analizzato, spiega l’Istat, ha poi visto il progressivo ridursi del tasso di crescita del reddito disponibile nazionale, che e’ passato da un incremento del 3,5% del 2006 a una flessione del 2,7% nel 2009, la prima dal 1995. L’impatto e’ stato piuùforte nel Settentrione (-4,1% nel Nord-ovest e -3,4% nel Nord-est) e più contenuto al Centro (-1,8%) e nel Mezzogiorno (-1,2%). In generale, tale diminuzione e’ essenzialmente da attribuire alla marcata contrazione dei redditi da capitale, anche se, in alcune regioni (in particolare Piemonte e Abruzzo), un importante contributo negativo e’ venuto dal rallentamento dei redditi da lavoro dipendente.
Lascia un commento