Comincio con un pizzico di scherzosa ironia per togliere l’eccesso di peso a una vicenda, non solo per me, di assai scarso rilievo ma gonfiata fino all’inverosimile dal business dell’Informazione. E con due sottotitoli da comune giornalismo:
1) E se la condanna di B. consistesse nell’obbligo della …cintura di castità?
Svolgimento: non so se sortirebbe in lui una maggiore prudenza in avvenire, ma potrei dare per certo che porrebbe in sedazione i bollenti spiriti degli AntiB. E sarebbe già un bel risultato.
2) La notizia sconvolgente: Ruby era maggiorenne!
Svolgimento: nei registri delle nascite si è evidenziato un errore di trascrizione della data di nascita di Ruby, scambiata con un’altra neonata. Nelle visite festaiole in quel di Arcore Ruby sarebbe stata dunque già maggiorenne. Lo sgomento ha disorientato tutti gli antiB. e lo sconforto ha gettato nella più cupa depressione più di qualche magistrato.
Si rifletta quindi sul dato di fatto che un pugno di giorni potrebbe smontare una tra le più importanti utilizzazione del codice per fini che non hanno nulla a che fare con la Giustizia: “Favoreggiamento alla prostituzione di una minorenne”.
Lascio ora la mesta scherzosità e cerco di chiarirmi a chi mi legge.
Difendo forse Berlusconi dalla accusa d’essere un irresponsabile privo di dignità, inadeguato al ruolo che copre, un incapace che discredita l’Italia nell’intero contesto mondiale e che pertanto dovrebbe dimettersi?
Io che come Giornalista di Pace dovrei stare rigorosamente al di fuori delle parti, sì, lo difendo perché mi ci vedo costretta più che mai. Le motivazioni? Innumerevoli, ne accennerò alcune.
Argomenti che formano il mio giudizio sul comportamento di un leader nei confronti delle donne.
– Quanti sono gli uomini che non hanno maltrattato una donna? Temo pochi; sono convinta che Berlusconi non l’abbia mai fatto.
– Quanti sono gli uomini che hanno offeso e umiliato una donna? Temo moltissimi, Berlusconi non credo.
– Quanti sono gli uomini che hanno violentato fisicamente o moralmente una donna? Temo troppi, Berlusconi penso proprio di no..
– Quanti sono gli uomini che hanno picchiato o malmenato una donna? Temo tanti.; Berlusconi – lo giurerei – no.
Aggiungo:
– Berlusconi è forse un pedofilo? Non mi risulta e neppure che in tal senso sia dedito al turismo sessuale. E quanti viceversa i bravi cittadini che lo praticano?, preferisco non rispondere.
– Quanti sono gli uomini che frequentano prostitute? Moltissimi; Berlusconi non credo perché non ne ha necessità, sono le donne a corrergli dietro.
– E quanti sono i grandi leader, gli uomini di grande carisma, nel bene o nel male, ricordati per capacità politica e per l’eccezionale loro indiscusso potere, che non hanno subito condanna alcuna per aver usato le donne in virtù del loro potere? Sono stati e sono molti, Berlusconi viceversa viene valutato principalmente per come gestisce la sua vita privata e dal suo comportamento nelle relazioni internazionali. Non ci dovremmo chiedere se lo scandalo nel quale viene fatto galleggiare costantemente Berlusconì oltre a non riguardare la politica, forse non riguardi neppure la moralità, come si vuole far credere, ma piuttosto il decoro formale? Ne parlerò poi.
Che cosa c’è di vero nell’assioma che la “cultura” berlusconiana ha umiliato la donna usata come merce di scambio?
Per rispondermi mi sembra imporsi il quesito sulla differenza tra le ragazze festaiole, dette escort, da:
– le indossatrici di alta moda dove i corpi femminili sono esibiti praticamente nudi sotto abiti intessuti con materiali quasi impalpabili con profusione di generosissime scollature o aperture che lasciano intravedere o vedere la nudità senza schermo alcuno. Perché qui nessuno ha nulla da eccepire? Semplicemente perché sono il veicolo di un business non indifferente che conta non poco per la nostra bilancia nazionale: e la moralità. Per queste prestazioni che sostanzialmente sono un vero e proprio mercimonio le indossatrici non sono forse pagate profumatamente? Obiezione: ma non c’è traffico sessuale. Questo non lo sappiamo ma quand’anche fosse non aggiungerebbe né toglierebbe nulla al dato che il corpo femminile sia adoperato per profitti economici.
– le mogli o compagne di uomini celebri o di potere che si sono esibite nude con o senza calendari prima di assurgere ai vertici della società, qualcuno le ha forse condannate? Salvo eccezioni nessuno perché una volta conquistato quel ruolo privilegiato sono assimilate al potere dei loro mariti o compagni. Eppure non hanno forse costituito un esempio, un modello comportamentale che oggi fa testo per qualunque ragazza che miri al successo e/o a una scalata economica e sociale?
– le generosissime e ammiccanti nudità della televisione (ballerine, veline, vallette, eccetera). Sono tutti prodotti solo berlusconiani? Il primo seno nudo è stato quello di Clara Calamai ai tempi dell’attore Amedeo Nazzari, a cavallo dell’ultima quanto mai infelice guerra.
– il nudo integrale della produzione cinematografica e delle fiction attuali “arricchito” con insistenza nei dettagli che preludono l’accoppiamento sessuale o la stessa copula. Lo ha forse inaugurato Berlusconi? Ed è’attendibile il rifarsi sempre alla libertà dell’espressione artistica, o viceversa più frequentemente si tratta di un riempitivo di sicuro e facile effetto, vicariante la povertà creativa?
– le attrici, delle quali conosciamo in genere tutte le intimità, sono forse condannate dalla morale corrente?
– le Miss Italia o del Mondo? Non si tratta di una esibizione odierna di mercanzia umana che ricorda sia pure in ben diverso scenario e modalità la vendita degli schiavi?
Per la magistratura è più grave la frequentazione di escort da parte del Presidente del Consiglio o la poligamia che sta dilagando nel Paese?
A me pare che i buoni o non buoni costumi siano praticati a compartimenti stagni, totalmente disgiunti gli uni dagli altri; non mi pare cioè esistere una omogeneità tra le diverse fasce socioculturali, e anche in ciascuna di esse. Nella nostra società si possono trovare comportamenti rigorosi e comportamenti spregiudicati a seconda delle frequentazioni che a volte possono essere del tutto occasionali. Con l’immigrazione questo avviene con un ben maggiore impatto sulle regole identitarie a causa delle diversità culturali tra di esse e soprattutto nei confronti del Paese ospitante.
Ad esempio – a proposito dell’alacrità dei giudici nell’investigare in cerca di prove inconfutabili di reati gravissimi eventualmente compiuti dal Presidente del Consiglio ( concussione e favoreggiamento alla prostituzione di una minorenne sia pure per un pugno di giorni) – come mai detti giudici non intervengono, brandendo il codice, contro il dilagare della poligamia, questa sì grave regressione dei costumi in fatto dei diritti civili e della dignità della persona dove veramente la donna è ridotta a oggetto sessuale e a animale da riproduzione Non mi risulta una condanna ufficiale né una presa di posizione chiara e attiva da parte dei giudici, (ma anche dei politici), in proposito. Anzi fa parte della cronaca che un magistrato abbia ritenuto legittimo che un musulmano poligamo uscisse del tutto indenne dalle aule del tribunale per aver dichiarato semplicemente di essersi attenuto alle regole della sua cultura.
E nello stesso ordine di idee che dire della sharia, sulla quale non si registra il dovuto stato di allarme e nessun impegnativo dibattito tra magistrati e politici, che sta erodendo sempre di più la giustizia inglese e che oltre a umiliare la donna costituisce un pericoloso attacco ai nostri costumi e alla nostra evoluzione quanto ai diritti umani? La nostra magistratura, spero non tutta, preferisce passare al setaccio con il massimo zelo la vita privata del Presidente del Consiglio tra l’altro usando il mezzo dell’intercettazione forse con troppa disinvoltura, non solo con grave aggravio economico del Paese, ma ancor peggio profanando la privacy di cittadini del tutto estranei ai reati in questione.
Pensate che cosa accadrebbe se Berlusconi si convertisse all’Islam e impalmasse le rituali quattro mogli, magari tutte minorenni, essendo Presidente del Consiglio! I magistrati ne rispetterebbero l’identità musulmana o applicherebbero le sanzioni previste dal nostro codice? E solo perché Presidente del Consiglio o in qualità di semplice cittadino?
Ancora sull’idea della donna usata come merce di scambio.
Qua è la differenza, ove esista, tra i procacciatori di escort per B.e altri, e le tante agenzie di offerta di partner su misura, più internet con tanto di foto, che sono frequentate, quelle serie, anche da degnissime persone che non hanno opportunità e tempi per incontri, o quelle molto spregiudicate per persone in cerca di particolari emozioni? Non mi pare che dette organizzazioni siano squalificate dall’opinione pubblica o perseguite giudizialmente, e neppure i loro frequentatori.
L’obiezione la conosciamo: da tutto questo un Presidente del Consiglio si dovrebbe tenere ben lontano. Certo, mi pare giusto oltre che di buon senso, l’ha ripetuto per l’ennesima volta anche la passionaria Rosy Bindi tra il rituale colpetto introduttivo di tosse e l’altro. I vertici del potere politico devono essere o almeno apparire dignitosamente con il massimo del decoro, Berlusconi non ha dignità, ci squalifica dinnanzi al mondo intero, dunque se ne deve andare. Così la Bindi. Chissà quanto avrà apprezzato un Hitler (o altri “dittatori”) che si mostrava al pubblico sempre con grande dignità, decoro, serietà, autorità e autorevolezza, (io aggiungerei “isteria” ma questo è un altro discorso) insomma con il massimo della coerenza formale al ruolo che copriva senza addebiti come forsennato frequentatore di donne ma responsabile del suicidio di almeno due donne (la più nota Eva Braun).
Non è assurdo che la magistratura impieghi tanta attività allo scopo d’inchiodare il Presidente a precisi gravi reati mentre non si contano gli assassini, i rapinatori, i sequestratori lasciati impuniti?
Suppongo sia ragionevole rispondere sì, è assurdo..Quella certa quota di magistrati non dovrebbero dedicarsi “anema e core” nella ricerca spasmodica di cogliere in fragranza di grave reato il Presidente così trattandolo da cittadino diverso da tutti gli altri cittadini, artefici di crudeli violenze compresi. Voglio dire che anche se il Presidente B. fosse l’uomo più libertino del mondo ciò che più mi sconcerta non è il suo comportamento privato (derivato da una complessità di motivi) ma che certa magistratura si faccia voce dell’accanimento antiB. in una specie di famelica caccia al tesoro nel privato del Presidente, invadendo la privacy anche di estranei a reati oltre tutto non ancora accertati.
E’ giusto che il comportamento dei magistrati di conserva con quello dei media, abbiano esposto al pubblico ludibrio le escort?
A me non sembra affatto giusto perché quelle ragazze anche se non sono tenute forse a una condotta irreprensibile (almeno nella forma) hanno tuttavia il diritto alla privatezza della loro vita e al rispetto dovuto ad ogni essere umano. Non dimentichiamoci che gli uomini ricchi e potenti sono sempre apparsi cosparsi di miele agli occhi sia delle donne subalterne sia di quelle che adeguandosi agli enfatizzati odierni ma vecchi costumi, si comportano quali lucide determinate amministratici del proprio corpo sull’esempio delle tante donne assurte alla celebrità grazie a particolari incontri che hanno avuto la bravura di manipolare con successo. Ripeto che a me questo costume non pare affatto nuovo, da sempre di fatto imposto dal maschio, essendo la responsabilità femminile anch’essa subalterna. Attualmente però esiste un aggravante, quello di considerare il massimo dei valori il successo, successo che si raggiunge mediante la notorietà non importa se nel bene o nel male. La prova del nove della validità di questo stile carrieristico la offrono i media, infatti non si contano i primi piani elargiti dalla Tv e dai giornali di tante escort. Da questi primi piani le ragazze sanno benissimo poter scaturire ottime premesse d’incalcolabili sviluppi del loro futuro. Del resto anche giovani maschi a volte debbono il loro successo grazie a incontri femminili vantaggiosi sotto tanti profili. Trovo indecente che non so quanta opinione pubblica, purtroppo anche femminile, abbiano usato il termine prostituta o di p. o di m. così sottoscrivendo una morale differenziata. Sarebbe bene ricordare le eloquenti parole di una celebre suora ( non ricordo se spagnola o portoghese ) :”Chi è più da condannare, chi pecca per la paga o chi paga per peccare?”. Molte accanite perbeniste farebbero bene a ricordare che le prostitute non sono “sfascia famiglie”, la prostituzione è un male sociale di difficile soluzione per essersi dato l’uomo civile delle regole, tutto quello che si può fare attualmente è di adoperarsi al massimo possibile affinché non esistano schiave e sfruttatori. Né il fatto che molto denaro abbia circolato tra le escort può essere una riprova dell’esistenza della prostituzione, essendo nella natura di Berlusconi una generosità di tipo mediovale, il mecenate che elargisce denaro o vantaggi a chiunque lo circondi. Basti considerare che nessun ospite di B. lascia la sua dimora senza un omaggio, a volte costosissimo come può essere un orologio di marca.
Troncando questa raccolta di dati che però potrebbe continuare sia come studio del Potere nella Storia in parallelo con lo Studio del Costume, rimane valido il giudizio che un Presidente del Consiglio abbia il dovere di tenersi lontano da imprudenti comportamenti. Ma a me pare altrettanto valida però l’obiezione che la vita privata dei cittadini debba essere rispettata, ivi compresa quella del cittadino Berlusconi.
Sento ripetere incessantemente che gli italiani sono visibilmente turbati e sconcertati da queste vicende; hanno ragione, anche io lo sono, ma per altri motivi. Quelli espressi dagli antiB.con una improntitudine stupefacente quando accusano il Governo di non aver governato affatto e di non aver portato a compimento nessuno degli impegni assunti con l’elettorato perché troppo occupato a difendere l’incolumità giudiziaria del Presidente del Consiglio. A parte che tale accusa radicale potrebbe non corrispondere alla realtà, vorrei sapere quanti esseri umani avrebbero potuto sopportare senza danno un logoramento ininterrotto, martellante, da parte dell’opposizione di conserva con una piccola ma combattiva parte della magistratura a partire dal primo avviso di garanzia fatto pervenire a Berlusconi in pieno G8 ch’egli presiedeva. Se di paralisi si tratta ne è responsabile l’opposizione e non il Governo che altro non chiede che di portare a compimento il suo mandato.
Ecco, sì, questo mi sconcerta. Ma anche se fosse solo parzialmente vera una responsabilità governativa la considererei di forza maggiore dato che è stato tolto al Presidente del Consiglio la possibilità di dedicarsi nel pieno delle sue energie e della sua serenità psicofisica e mentale, al suo lavoro.
A me piace il comportamento di Berlusconi? Come inedita (o quasi) proposta di un uomo qualunque a ruolo di Capo di uno Stato, sì mi piace, ma che poi indulga in espressioni di millanteria maschilista e di battute da intrattenimento retaggio della sua prima attività, no, non può piacermi. Lo registro tra le tante stranezze e i tanti sconfinamenti che l’attualità ci sta facendo vivere.
Ma allora qual è il giusto criterio per giudicare Berlusconi?
Personalmente lo valuto come valuto tutti coloro che sono al governo di uno Stato, e cioè:
– dalla presenza o assenza dei dissidenti nelle prigioni,
– dal fare ricorso o non alla tortura dei prigionieri,
– dalla esistenza o non della censura,
– dalla difesa della libertà di una onesta informazione,
– dalla effettiva libertà d’espressione non solo dei giornalisti ma di tutti i cittadini ,
– dall’umanità quindi dall’attenzione alle fasce sociali più deboli,
– dalla dedizione al Paese che governano,
– dall’intelligenza del fare per una crescita del benessere nella solidarietà non soltanto nazionale, (cosa oggi particolarmente difficile da realizzare, lontano com’è il mondo intero da un evoluto civile equilibrato assestamento),
– dallo spazio mediatico a disposizione dei Progetti di Pace (da non confondere con il facile pacifismo).
La lista potrebbe e dovrebbe non avere mai fine.
Pare che le incombenze di pertinenza del Presidente Berlusconi siano 60. E’ un impegno mastodontico di carattere globale (non per nulla sembra vivere prevalentemente in aereo) che mi sembra avergli formato una mentalità attenta sopratutto ai grandi disegni e per questo forse egli sembra meno attento alla politica interna, cioè alla politica della quotidianità che è viceversa quella che più interessa alla gente. E la difficoltà maggiore oggi per governare è appunto riuscire a raggiungere il più saggio bilanciamento possibile tra l’immediato e il futuro d’ogni popolo.
Quel che mi sconcerta ancora di più è il semplicismo con il quale si pretende da Berlusconi che si presenti in Tribunale a “ogni piè sospinto”, come se recarsi a un Tribunale fosse una passeggiata distensiva che non necessita di un serio e circostanziato studio delle carte, e tra l’altro lontanissima dal risolvere alcunché in tempi brevi. Tradotto nei giusti significati, secondo costoro un Presidente oberato di gravi impegni su i quali si deve concentrare al massimo delle sue capacità, deve poter interrompere la sua diciamo total immersion per entrare in un Tribunale, senza aver studiato i documenti senza averci riflettuto a sufficienza ed essersi consultato con i suoi legali. Tutto questo per non so quante innumerevoli udienze riguardanti le 29 o più vertenze giudiziarie che lo riguardano.
Quindi che si imputi a Berlusconi la responsabilità della a lui attribuita paralisi del governo ( ove realmente esistente) è un vero capovolgimento di causa ed effetti. Ma c’è di più, perché non ci chiediamo anche se l’eventuale paralisi governativa non fosse dovuta non so in quale misura da una disorientata trasformazione in atto del sistema politico? Da tanto tempo vado dicendo (con non poca timidezza dovuta alla mia incompetenza politica) che oggi i partiti sono un qualche cosa di inadeguato alla realtà ( e a questo mi pare ci siano giunti tutti) perché la politica è tutt’altra cosa delle teorizzazioni ideologiche della cultura occidentale. Perché non si dice che la politica oggi è e dovrebbe essere una ricerca etica di carattere mondiale? Cioè una ben diversa cultura e storia, visto che difficilmente un parlamentare potrebbe essere coerente in tutti i complessi risvolti dell’attualità secondo una precisa appartenenza. A una sempre più visitata trasversalità non può non corrispondere la negazione – e ben venga – dei partiti (intesi secondo tradizione).
Quanto alla magistratura politicizzata essa non è una novità berlusconiana, Nell’ambiente forense di questo problema si sono occupati da molti decenni, tutti gli addetti ai lavori, magistrati compresi, mediante non pochi Convegni e dibattiti. E proprio e anche tra i magistrati, sin dall’inizio del sorgere del problema, c’era chi rivendicava il diritto del magistrato a impegnarsi politicamente alla stregua di qualsiasi altro cittadino, e chi lo negava ritenendolo di danno all’obbiettività delle loro funzioni.
Oggi ne abbiamo un eclatante esempio nella forma persecutoria contro Berlusconi, forse a rimedio dell’impotenza o dell’incapacità politica delle sinistre a succedergli nel Governo.
Questo atteggiamento ha stravolto tutto l’ancora possibile anche se ostico equilibrio democratico e ha fatto precipitare i media nella facile deriva della caccia all’untore attraverso il punto debole, il tallone di Achille noto e dichiarato di Berlusconi. E mentre in buona parte del mondo sono in atto probabilmente altre trasformazioni che sembrano ( e lo spero) voler nullificare il grande divario temporale dell’ evoluzione in fatto di diritti umani, almeno codificati, i nostri media prosperano intorno a una vicenda sostanzialmente irrilevante, quanto è quella riguardante un pugno di mesi prima della maggiore età di una innocua ragazza, così diventata il perno della nostra politica.
Infine, alla buon’ora!, il Presidente Napolitano ha ammonito il mondo dell’Informazione a non riempire la maggioranza dello spazio mediatico con la cronaca nera e la cronaca giudiziaria.
Grazie Presidente.
Gloria Capuano
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