San Valentino su Marte? Potrebbe essere lo slogan pubblicitario di una agenzia viaggi del futuro, per il momento è una affermazione valida, anche se non proprio veritiera, per due dei sei membri dell’equipaggio di Mars500. Dopo più di 8 mesi “in volo”, il 14 febbraio il russo Alexandr Smoleevskiy e l’italiano Diego Urbina, saranno i primi uomini a mettere piede su Marte (pur non avendo mai lasciato la Terra).
La missione Mars500 dell’ESA, in corso ormai da oltre 250 giorni, ricrea nel modo più fedele possibile le condizioni di un vero viaggio su Marte: andata, breve permanenza e ritorno, con tutto il tempo che serve, circa 500 giorni in tutto. In questi giorni l’equipaggio di Mars500 si trova virtualmente in orbita intorno a Marte ed è impegnato nelle operazioni che precedono il distacco del modulo di discesa, il lander, dalla navicella madre. In realtà i sei uomini (tre russi, due europei, un cinese) si trovano all’interno di moduli chiusi ermeticamente, costruiti come fossero una navicella spaziale, presso l’Institute of Biomedical Problems (IBPM), a Mosca.
Fra gli obiettivi futuri delle agenzie spaziali c’è anche una missione umana su Marte ed è in questa prospettiva che un progetto come Mars500 è indispensabile. Non si può pensare di partire per un viaggio interplanetario lungo e ricco di enormi incognite, senza essersi prima preparati. Mars500 è una missione di osservazione e di studio. Dalle difficoltà tecniche a quelle psicologiche, dalle dinamiche sociali fra individui costretti a vivere in uno spazio stretto e isolato, alle interazioni con il mondo esterno simulando anche il ritardo nelle comunicazioni: tutti questi aspetti, e molti altri, vengono costantemente analizzati.
La vita di bordo è scandita da attività lavorative, esercitazioni, esercizio fisico e la settimana tipica è del tutto simile a quella che affrontano normalmente gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, compresi i due giorni di riposo. A differenza degli astronauti, però, l’equipaggio di Mars500 non può godere di nessuna vista mozzafiato, perché i moduli sono privi di finestre. C’è solo il monitor di un computer che mostra il pianeta Marte, man mano che si fa più vicino (il software usato è Celestia, molto conosciuto e gratuito).
Ora l’equipaggio è diviso: in tre (fra cui anche Diego Urbina) sono entrati l’8 febbraio nel modulo lander, chiudendo lo sportello di comunicazione con la navicella madre nella quale sono rimasti gli altri. Il distacco e l’atterraggio su Marte è in programma questo sabato, 12 febbraio, mentre il primo sbarco, che vede protagonista il nostro connazionale, avverrà proprio lunedì 14. Le uscite nell’ambiente marziano simulato saranno in tutto tre, a turno un membro dell’equipaggio rimarrà all’interno del lander mentre gli altri due, protetti da speciali tute spaziali, affronteranno il mondo esterno (pur rimanendo, in realtà all’interno degli stabilimenti IBPM). Una volta concluse le passeggiate, si tornerà a bordo del lander per raggiungere nuovamente la navicella madre, riunirsi ai compagni e cominciare il lungo viaggio di ritorno che si concluderà a novembre di quest’anno.
Elena Lazzaretto – Inaf
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