Dies irae in 200 scatti

E’ stata inaugurata ieri sera, presso la Fondazione Forma per la Fotografia, a Milano, la mostra Dies Irae, fotografie di Paolo Pellegrin, la prima grande retrospettiva a lui dedicata, che raccoglie, in oltre 200 immagini, molte di quelle storie e di quei reportage realizzati seguendo la strada quella del fotogiornalismo puro, che non ha paura […]

E’ stata inaugurata ieri sera, presso la Fondazione Forma per la Fotografia, a Milano, la mostra Dies Irae, fotografie di Paolo Pellegrin, la prima grande retrospettiva a lui dedicata, che raccoglie, in oltre 200 immagini, molte di quelle storie e di quei reportage realizzati seguendo la strada quella del fotogiornalismo puro, che non ha paura di guardare negli occhi il mondo e, soprattutto, di raccontarlo. La carriera di Paolo Pellegrin, nato a Roma nel 1964, è costellata da innumerevoli premi e riconoscimenti internazionali, segno di quanto la forza e l’intelligenza dei suoi lavori si impongano, nel corso del tempo, come parti di un’opera universale e coerente. Pellegrin incarna una nuova generazione di fotogiornalisti: cosciente dei nuovi mezzi di produzione e di diffusione delle immagini di attualità, impegnato a rinnovare la visione degli avvenimenti che documenta, attento sempre a mantenere un atteggiamento etico, nella forma e nei modi del proprio lavoro. Nel 1999 Pellegrin entra a Magnum Photos (membro nel 2005). Segue l’attualità internazionale e pubblica sulle principali testate del mondo. Nel 1995 il suo reportage sull’AIDS in Uganda vince il primo premio al World Press Photo (categoria “Daily Life”): primo di una serie di riconoscimenti fra cui Kodak Young Photographer Award, Visa D’Or di Perpignan, il WPP 2000, categoria “People in the News” per il lavoro sul Kosovo e il prestigioso Hasselblad Grant. Nel 2002 ottiene l’Hansel-Meith Award e il primo premio al WPP, categoria “People in the News”. Nel 2005 vince il primo premio del WPP, categoria “Ritratti-Stories”. Recentemente ha realizzato il libro As I was dying e ha partecipato alla collettiva di Magnum Ricominciare a vivere. Ha pubblicato: Cambogia con MSF e Kosovo: The Flight of Reason. Anche se le foto mostrano terribili scenari di guerra, dal Kosovo al Medio-Oriente, Pellegrin non è definibile un fotografo di guerra, ma un fotografo che intende documentrare l’uomo, in tutti i suoi momenti. Pellegrin è un narratore di storie per immagini, storie a volte dure, tragiche perfino, come la guerra, la prigionia, il dolore, i disastri ambientali. Ogni volta, per ogni storia, Pellegrin ha cercato di comprendere, di non giudicare ma di seguire con lo sguardo quel che accadeva e di interpretarlo con tutta la sua esperienza di giornalista e la sua sensibilità di essere umano. La mostra resterà aperta sino al 15 maggio. Per informazioni: 02.5811.8067; 02.8907.5419

Carlo Di Stanislao

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